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CRISTIANO DE ANDRE’: La rilettura in rock dei classici (Recensione concerto) #CristianoDeAndré #DeAn

  • Luca Trambusti
  • 5 mar 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

CRISTIANO DE ANDRE’

De André Canta De André – Storia di un impiegato Tour

04 Marzo 2019

Alcatraz

Milano

Voto: 6,5

Di Luca Trambusti


Continua il lavoro di Cristiano De André sul repertorio del padre. Da alcuni anni il figlio del grande cantautore porta in giro, in una rilettura personale, la musica del padre, scegliendo spesso l’integrale riproposizione di un intero album. L’ultimo disco su cui Cristiano pone l’attenzione è il controverso e poco felice “Storia Di Un Impiegato”, quarto album di Fabrizio pubblicato nel ’73. E’ il lavoro più politico del cantautore genovese ed è anche quello meno amato dal pubblico e dallo stesso coautore (con lui firmano Bentivoglio e Piovani) non soddisfatto del risultato finale del disco, ispirato dalla protesta francese del maggio ’68, vista attraverso gli occhi di un impiegato che “scopre” la rivolta.


Cristiano prende le 8 tracce del disco e dà loro, nella medesima sequenza primigenia, una veste rock, anche se il lavoro non è facilissimo vista la struttura stessa delle canzoni originali. Il concerto inizia su un’intro strumentale durante la quale scorrono sullo schermo immagini della protesta di 50 anni fa. In questa fase, pur con tutto lo sforzo del caso, il concerto non riesce pienamente a decollare, anche se spiccano “Al Ballo Mascherato”, che diventa un walzer elettrico, la vitalità e la conoscenza di “Il Bombarolo” e la delicata passione di “Verranno A Chiederti Del Nostro Amore”. E’ una mezz’ora abbondante in cui l’affetto per De Andrè padre esplode forte sia da parte del pubblico che del figlio ma allo stesso tempo non è la più riuscita dello show, sebbene alcuni momenti siano piacevoli e soprattutto sul palco si trovi una grande band. (Non a caso Fabrizio non pescò moltissimo nel suo repertorio live da questo disco). Se questa parte si era aperta con immagini d’epoca quelle di chiusura invece sono d’attualità, tra barconi di migranti e gilet gialli.


Al termine della rilettura di “Storia Di Un Impiegato” Cristiano si lascia andare ad una sorta di monologo/comizio in cui riprende le tesi del disco e quelle paterne e le ripropone al presente, ripercorrendo gli oltre 50 anni dal Maggio francese. A questo aggiunge la spiegazione della data milanese in un club. Il tour infatti è teatrale ma Cristiano ha voluto questo show per poter dare un’opportunità anche ai giovani che non si possono permettere un biglietto teatrale ed anche una sorta di lezione per loro per non dimenticare il ‘68. Ed in effetti ha avuto ragione vista la presenza di moltissimi giovani tra il pubblico. Aggiunge anche un’estrema dichiarazione d’amore (e riconoscenza) nei confronti del padre “Affezionarsi a De André (padre) è una tachipirina per l’anima” dice ed aggiunge “Questa è una messa laica [….] ed io sono l’apostolo di mio padre, colui che ne porta in giro la parola”.


Finito il momento “discorsivo” Cristiano mette mano al repertorio paterno più classico e conosciuto. Ancora una volta l’approccio è rock, con le chitarre elettriche e qualche suono elettronico, in un sodalizio tra musica d’autore e rock, come già fece la PFM sempre col patrimonio musicale di De André (peraltro la band è in tour per celebrare l’anniversario di quella mirabile collaborazione). Cristiano parte da lì, da quell’esperienza e la rende propria, attuale e moderna mettendo al servizio delle canzoni tutta la sua bravura strumentale, supportato dagli arrangiamenti di Stefano Melone.



Nella seconda parte del concerto Cristiano tocca parecchi “capolavori” del padre e lo fa sempre con grande rispetto pur portando dentro a certe canzoni una nuova energia. Applauditissima e cantata a gran voce una bella versione del “Testamento Di Tito” ed un’intensa “Amore Che Vieni”. Non viene dimenticato nemmeno il repertorio “etnico”. Il concerto si conclude con una lunghissima ed elettrica versione di “Fiume Sand Creek”, in cui la band si scatena in una sessione rock.


Prima dei conclusivi lunghissimi applausi che il pubblico tributa a Cristiano nelle vesti di “apostolo” del padre, c’è tempo, per una rilettura di “Creuza De Ma” e soprattutto per scaricare nuovamente a terra i cavalli del rock in una furente versione de “il Pescatore” (e qui PFM docet).


Ancora una volta dunque Cristiano, come ormai fa da qualche tempo, si trova a confronto con l’opera paterna. Nel suo approccio, anche alla luce delle collaborazioni live tra padre e figlio, sa come prendere la materia, sa come gestirla e soprattutto mette addosso a canzoni storiche una veste, rispettosa dell’originale, ma più potente, conservando l’essenza della parola ma stravolgendo (non sempre) quella musicale.


Per il pubblico è un bagno nelle canzoni che sovente hanno accompagnato la propria gioventù ed è l’ennesimo tributo d’affetto verso il cantautore nazionale più amato. E’ un modo, tra pubblico e artista, per tenere vivo il fuoco di De André.


Prossime Date:


11 marzo al Teatro Colosseo di Torino (SOLD OUT)

5 aprile Teatro Nuovo Giovanni da Udine a Udine

4 maggio al Palazzo dei Congressi di Lugano (biglietti disponibili su www.biglietteria.ch)

6 maggio al Teatro EuropAuditorium - Sala Europa di Bologna

14 maggio al Teatro Lyrick di Assisi

Prima data estiva, il 2 luglio al Teatro Romano di Fiesole (FI).







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