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SECONDARY TICKETING: gli organizzatori dicono no ai biglietti nominali #SecondaryTicketing #Assomusi

  • Luca Trambusti
  • 8 lug 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

SECONDARY TICKETING

ASSOMUSICA BOCCIA LA LEGGE DEI BIGLIETTI NOMINALI

Aumenti dei prezzi in vista

di Luca Trambusti


La guerra al secondary ticketing si allarga anche alla politica. Nella scorsa “finanziaria” (approvata nel dicembre 2018) l’Onorevole Battelli (del Movimento5Stelle) ha inserito in chiusura della legge una disposizione per cui i biglietti per concerti (oltre i 5000 presenti) messi in vendita dopo l’1 Luglio devono essere nominali. Al momento dell’effettiva entrata in vigore della disposizione Assomusica (che raccoglie la maggioranza degli organizzatori di concerti) ha preso una netta posizione contraria alla norma.


La possibilità di emettere solo biglietti intestati, secondo i promoter è una disgrazia che porterà difficoltà organizzative, con code alle entrate ed un aumento del prezzo dei biglietti giustificato con l’incremento dei costi per i controlli agli accessi. Le previsioni di Assomusica parlano di 8/10 euro a biglietto. Oltre a questo fosco scenario si preannunciano anche notevoli costi e procedure complesse per ogni eventuale cambio di nominativo (che deve sempre essere fatto sul primary ticketing).


Questa legge (per ora è una Decreto Legge che a breve dovrebbe essere tramutato in Legge Ordinaria) porta con se strascichi polemici e diverse criticità che andrebbero a rendere difficile il lavoro degli organizzatori provocando danni ad un’industria, quella dei live, che sta al momento vivendo una stagione molto florida. Da più parti la disposizione di legge viene definita idiota, incredibile, pazzesca creata apposta per colpire un’industria che crea lavoro e guadagni.


Per la prima volta la categoria si trova compatta ed unita contro una decisione che a loro dire colpisce tutti, in primis i consumatori, cioè coloro che la legge vorrebbe tutelare. Altri problemi, segnalano i promoter, sono legati alla gestione dei biglietti omaggi destinati a sponsor (Roberto De Luca di Live Nation dichiara nello scorso anno l’emissione di oltre 59.000 tagliandi di tale tipo) che attualmente sono emessi in anticipo e “regalati” in “blocco”. D’ora in avanti non possono essere più gestiti in anticipo e senza nomi. A questo fanno notare si aggiunge il problema dei regali, l’apertura anticipata dei cancelli per smaltire le code previste e la necessità di essere sempre muniti di documento per andare ai concerti (tra tutte le problematiche segnalate, forse la meno significativa). Ma soprattutto l’applicazione delle nuove norme rende inutile il posto numerato. Con tale formula l’accesso ai concerti ora può avvenire anche pochi minuti prima dell’inizio. Con le code in programma tale vantaggio si annulla e occorrerà arrivare ben in anticipo rispetto alla prima nota.


Alle questioni pratiche ed organizzative gli aderenti di Assomusica hanno affiancato anche motivazioni “filosofiche” e “politiche” affermando che un concerto è follia, libertà, serenità, spontaneità, tutti elementi che il biglietto nominale eliminerebbe rendendo più complesso l’acquisto e determinando uno stato di Polizia per i successivi controlli in accesso ai concerti.


In sostanza però il timore degli organizzatori è che tutto questo possa provocare una contrazione nella vendita dei biglietti con quindi un minor introito per loro sino ad arrivare a dover ridurre i concerti.


Ancora dagli organizzatori si fa notare che i biglietti nominativi non hanno ridotto il fenomeno del bagarinaggio elettronico nella vendita dei posti per le partite di calcio ed anche che, a pochi giorni dall’avvio delle Legge, i siti di secondary ticketing (viagogo su tutti), emettono già biglietti nominativi, quindi ponendosi “a norma di legge”.


Dunque, che fare? Per Assomusica ed associati l’unica soluzione è quella dell’oscuramento e chiusura dei siti che rivendono biglietti ed allo stesso tempo educare il pubblico ad acquisti attenti e responsabili. Peccato però che i siti possano, appena chiusi, essere riaperti in breve, dilatando il problema nel tempo.


Inoltre, se la categoria si è dimostrata compatta nell’opposizione al biglietto nominativo (sino a minacciare una disobbedienza civile da parte loro), non altrettanto succede nella ferma denuncia del fenomeno. Se da una parte alcuni condannano il secondary ticketing altri lo sottovalutano o non lo pongono come priorità. “Alla fine – dice Andrea Pieroni di Vertigo Concerti – i biglietti venduti negli stadi sul secondary ticketing sono poche centinaia, ancora meno nei palasport e nulli nei club. Il fenomeno del bagarinaggio è endemico, fuori dai concerti ci sono sempre stati e mai nessuno ha fatto problemi. E poi - aggiunge – io sono per la libertà di scelta: se uno vuole spendere quei soldi libero di farlo. L’alternativa ce l’ha”. Gli fa eco Maurizio Salvadori di Trident “Siamo in un mercato libero, quindi ognuno acquista dove vuole ed a quanto vuole. Bisogna convivere con il fenomeno, che tutto sommato non è un dramma.” In questo si dimentica che i siti di rivendita sono anche soggetti, per motivi di nazionalità, ad una tassazione differente.


Dunque la lotta al secondary ticketing presenta sicuramente grandi difficoltà. Certo la proposta dell’Onorevole Battelli è una toppa peggiore del buco, mal pensata e mal strutturata a cui gli organizzatori si oppongono fermamente. Probabilmente però per combattere il fenomeno bisogna anche andarne alla radice, capire come e dove i siti di secondary si “riforniscono” di biglietti e seguire accorgimenti tecnici ed organizzativi che permettano di bloccarli nelle loro attività. A questo va sicuramente aggiunta una corretta informazione del pubblico per l’acquisto a prezzi “onesti” e stabiliti.




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