ARCI LO-FI MILANO: Le sei stagioni di Corrado (intervista)- #ArciLofiMilano
- Redazione
- 30 gen 2017
- Tempo di lettura: 4 min

ARCI LO-FI MILANO
Dicembre 2016, lo staff diffonde l'annuncio: "Chiudiamo"
In molti si chiedono: "Ma cos'è uno scherzo? Nooo..."
28 Gennaio 2017. Siamo al Bloom di Mezzago. Tra non molto saliranno sul palco The Morlocks, cult-band del più corrosivo garage-rock. Tra i presenti e i protagonisti della loro venuta italiana c'è Corrado Montanaro, 49 anni, che ancora oggi quando vede salire una band sul palco ha sempre gli occhioni sgranati. Come un bambino nel paese dei balocchi. Gli ultimi suoi sei anni li ha passati a darsi un gran da fare al Lo-Fi di Milano, un rock-club nella periferia milanese, che in breve tempo è diventato punto di riferimento per moltissimi appassionati del cosiddetto "rock non allineato". Poi, la decisione: Stop! (coi Beatles/Stones!?!?). Questa sera è l'occasione per farci raccontare la sua significativa esperienza da local promoter, gestore di rock-club e persona un pò tutto fare, perchè il Lo-Fi ha funzionato così....
Quel giorno che...
Il Lo-Fi ha aperto i battenti il 18 dicembre 2010. E' stato un sogno che si è concretizzato. In cinque, con la musica nel sangue, abituati a fare da soli, a sborsare di tasca propria. A darmi manforte, a mettersi in gioco con me, tra gli altri, ci sono Tiziano dei Crummy Stuff e Jamiro dei Pretty Face. Per trovare la location che a noi sembrava ideale, ci abbiamo impiegato circa un anno. L'abbiamo voluta fuori dai grossi agglomerati abitati, per evitare casini col vicinato (aveva da poco chiuso, La Casa 139, il Rolling Stone era svanito nel nulla...)
ARCI-Punk?
Per un semplice motivo, anzi due. Il primo, è perchè ho molti amici che lavorano in quell'ambito. Io stesso sono sempre stato un assiduo frequentatore di questi circoli. Il secondo, è perchè da inesperti tra le carte burocratiche, questa organizzazione ci ha permesso di sbrigarcela il più in fretta possibile e poi perchè quel circuito fornisce agevolazioni che altrove non hai. Dopo di che, abbiamo sempre deciso tutto noi, in totale autonomia.

Uno spazio arioso e sudato
Non abbiamo mai cercato il business per il business e le nostre proposte artistiche sono lì a dimostrarlo. Rischiose quanto allettanti, con punti di domanda e altrettanti punti escalamativi. Il Lo-Fi è un locale dalle medio-piccole dimensioni. Dentro, 300 persone al massimo. Abbiamo optato per l'essenzialità. Pochi orpelli, ma un buon impianto audio, tecnici capaci, un servizio bar senza sovraprezzi. Un luogo di incontri dove potersi esprimere sia sul palco che in platea. Non abbiamo mai utilizzato nessuna security. E' stato grazie a questa atmofera che in molti si sono messi a disposizione fornendo il loro contributo come supporter e volontari. Sino all'ultimo: 16 dicembre 2016.
Questioni di capienza e di sapienza
Abbiamo deciso di collaborare con alcune realtà (agenzie, management, ecc.) e altre no. Queste ultime perchè giudicate non sulla nostra stessa frquenza d'onda. Insomma, abbiamo sempre un pò avuto paura dei pescecani. I nostri biglietti all'ingresso andavano dai 5 ai 15 euro, mai cifre esorbitanti.
Per una "Nomenklatura" possibile
Abbiamo organizzato ed ospitato centinaia di concerti. I primi a salire sul nostro palco sono stati i Gradinata Nord, una street-punk della Valtellina. Abbiamo dato spazio e visibilità a band italiane ed internazionali. Con un ventaglio di proposte a 360 gradi: Pandoras, Godflesh, Andrè Williams, Sam Paglia, T.S.O.L., John Garcia, Temporal Sluts, Corrosion Of Conformity, Giobia, Gories, Lilith And The Sinnersaints, Peter Punk, Paolino Paperino Band, Mondo Generator, Bluebeaters, Prong, Karma To Burn, recentissimamente James Chance (quello che fu l'esponente di spicco della No New York '80). Alcune date in esclusiva, tanti altri live in cui, magari, ci si aspettava molta gente e invece non è arrivata così numerosa o viceversa. Del resto fa parte del "gioco". Abbiamo avuto, una parte di pubblico che si è sempre più affezionata. Presente a più appuntamenti, il nostro zoccolo duro. Età: dai 25 ai 40 anni.
Abbiamo organizzato anche una serata karaoke-punk con una backing band sul palco formata da elementi dei Bad Religion, Adolescents, Circle Jerks con tanto di lista di anthem-punk per chi voleva immedesimarsi cantante (noi suoniamo per te e per voi). La cosa ha funzionato così così. Ed anche rappresentazioni teatrali e qualche appuntamento con la comicità e alcune presentazioni di libri ("Eighties Colours" di Roberto Calabrò, la più seguita)

Momenti clou
L'emozione di essere lì con band storiche come The Boys, G.B.H., Discharge, Angelic Upstarts, la folla e l'entusiasmo per Ty Segall, Colour Haze, Eyehategod. Un Capodanno memorabile con i Fuzztones!!!
La scena indie, nuovi volti che si affacciano
La prima non la vedo, ci si muove troppo da soli, tentando di giocare le proprie carte in questa maniera. Per chi è alle prime armi: suonare il più possibile dal vivo. Il concerto rimane la prova del nove per una band. Guardare anche fuori dall'Italia, all'estero e utilizzando Internet. C'è una band milanese e mia amica (The Dags) che recentemente ha fatto un tour in Giappone. Le date se le sono trovate loro, navigando nella Rete.
Questione di costi
Impossibile non avere a che fare con quelli, ti ci imbatti per forza. Noi, poco inclini a compromessi, ma con costi gestionali e fissi di non poco conto, un affitto molto alto da pagare, certe band con cachet che non potevamo permetterci, i ricavi del bar in diminuzione.... Penso che per un locale con solo musica live sia molto dura. Il pubblico attuale sembra estraniarsi sempre più dalla curiosità. Forse la soluzione sta nell'avere a disposizione uno spazio polifunzionale con diverse attrattive e che funzioni non solo nelle ore serali.
Questione di feeling
No, nessuna lacrimuccia. Sono sereno e mi sto prendendo una pausa di riflessione. Il Lo-Fi mi ha dato tanto. Sono cresciuto umanamente, ho tessuto una rete di amicizie che prima mi mancavano, ho provato l'immenso valore della solidarietà quando abbiamo dato quell'annuncio a sorpresa, ho fatto tesoro di certi errori. Sono stati sei anni belli e già nel mio immediato futuro avranno il loro peso specifico.

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