BLACK BEAT MOVEMENT: Funky Hop... We Are!!! (Recensione Concerto) - #BlackBeatMovement
- Redazione
- 20 lug 2017
- Tempo di lettura: 3 min

BLACK BEAT MOVEMENT
19 Luglio 2017
Carroponte
Sesto San Giovanni (MI)
Voto: 7,5
di Massimo Pirotta
Foto di Manuela Liotto
All'inizio c'è una intro strumentale di alcuni minuti virata jazz. Biglietto da visita per l'entrata in scena della cantante e front-woman Naima Faraò che con "Aflame" (brano che si trova anche "fisico" come singolo e che vede la partecipazione di Bunna degli Africa Unite) dà il via al ciondolarsi del pubblico accorso numeroso. I Black Beat Movement sulla loro carta d'identità (identitaria) hanno scritto come data di nascita 2012. Sono un settetto. Oltre alla vocalist ne fanno parte Luca Bologna (basso), Jacopo Boschi (chitarra), Luca Specchio (sassofono), Fabio Visocchi (tastiere), Nico Roccamo (batteria) e Dj Agly (scratches, oggettistica elettronica). La band "palcheggia" compatta, energica, dona sfumature, conosce i trucchi del mestiere, non disdegna repentini cambiamenti ritmici, sa coinvolgere con la loro tecnica. Che è un mix di sicurezza e caparbietà e da trasformare in felling con il pubblico.

Cinque anni di attività sono serviti alla ricerca e all'appropriarsi di percorsi indispensabili all'evolversi naturale della loro proposta musicale. Un extended-play e due album all'attivo, una intensa attività live e la partecipazione ad importanti kermesse in Italia e all'estero (Festa di Radio Onda d'Urto a Brescia, Tavagnasco Rock, Partigiani in ogni quartiere e Keepon Festival a Milano, Szigest Festival a Budapest, AfroPunk Contest a Parigi) e l'essere "anteprima" per leggendari reggaee-men come Alpha Blondy e Julian Marley sono serviti ad assumersi responsabilità che si sono rivelate veri e propri decolli. I Black Beat Movement possono essere derivativi (pescano a piene mani negli Anni 70 in black ma lo fanno riposizionando il tutto), calati alla perfezione nell'odierno e nel cercare nuovi registi, allargano orizzonti e si rafforzano costruendo mattone su mattone radicate convinzioni. Non sono elementi di poco conto, tutt'altro: sono effetti dal polso sicuro e materia prima per le esibizioni live.

Questioni di groove, disinvolte movenze, suoni che fanno vibrare corpi e menti (un invitante travel songbook tra memories & future). A fare presa, inoltre, ci sono l'essere frullatori di stili e approcci, il macinare note senza soste, la frenesia interpretativa.. Insomma, un bel colpo d'occhio visuale e sonoro dove non mancano contenuti che ti fanno danzare e surfare sulle onde più alte di un prato erboso.
Ciò avviene a gettito continuo e il concerto inevitabilmente è in crescendo. Magic Moments: l'intrigante suono notturno del sax, il battito da maratoneta di chi siede dietro i tamburi, l'immergersi nei territori geo-musicali dei dancefloor, l'inossidabile Funky System, l'offensiva hip hop (che è veramente coinvolgente con i suoi rimandi alla urban-culture e in cui Naima sembra non avere nulla da invidiare a Queen Latifah), il basso che slappa e qui si entra nei territori più "nervosi" del jazz metropolitano, misterioso, tutto tentazioni e inespettatamente a cuore aperto. La parte del leone la fanno le sequenze soul, stati d'animosità, tinture e aromi dell'orgoglio e di un modo di essere. Around The World, Around The Clock, The Map: Eykah Badu, Amy Winehouse, Tina Turner (60s) sono paragoni volutamente forzati ma che rendono bene l'idea, gli intenti e il fare prospettivo della cantante. Romanzando, filmando, fotografando, immortalando... Remember: "Chissà se io me la cavo?" Se la cava, se la cava, eccome. Ne è prova quando tende il microfono alla platea e questa risponde in coro e compatta. I Black Beat Movement sono un bel gioco di squadra, un'azzeccato gioco d'insiemi autobiografici e biografici, particolarmente coinvolgenti nel loro saltellare scenico e pirotecnico. Tra le canzoni ascoltate vale la pena menzionare "Everything Is Clear" triade nu-soul, electro-rigenerazionale, flusso acchiappasuoni, "The Plot" graffito subterraneo e muro di casse, "Gipsy Lady" posizionata sul lato selvaggio e al femminile, "Gloomy" dove la musica dell'anima diviene gergo quotidiano.
La scaletta: "Aflame", "Into The Space", "Everything Is Clear", "Interwine", "F-Love", "All Trapped", "The Plot", "Elle", "Gipsy Lady", "Intoxicated", "Gloomy", "H.a.p.p.i.n.e.s.s", "Ride The Wave", "Over The Words"

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