BOBO RONDELLI: Gag, blues e racconti (Recensione concerto) #BoboRondelli #AnimeStorteTour #Spazio211
- Redazione
- 10 dic 2017
- Tempo di lettura: 2 min

BOBO RONDELLI
Anime Storte Tour
9 dicembre 2017
Spazio211
Torino
Voto: 7
di Federica Monello
Il cantautore livornese Bobo Rondelli, dopo due anni dall’ultimo lavoro in studio, è tornato sui palchi della penisola per presentare il disco “Anime Storte”. Ad ospitare la data torinese è stato il palco raccolto dello Spazio211. L’atmosfera è intima e le distanze tra musicisti e pubblico sono quasi zero. Questo favorisce una fruizione diretta e immediata, anche noi siamo parte dello spettacolo.
Si parte col singolo, che Bobo definisce ironicamente così perché lo ha ascoltato solo lui, è “Solo”. Lo spirito mordace livornese strappa risate tra un pezzo e l’altro, come prima di “Sollievo animale” in cui ci confessa di non aver capito niente dell’amore. La band è affiatata e partecipa allo spettacolino fatto di imitazioni, ricordi di marachelle passate e citazioni filmiche. Solo voce e una dedica d’amore per “Nara”, il brano dedicato alla madre scomparsa.
Nella stessa sera a Torino suonavano i Depeche Mode, questo diventa un pretesto per mostrarci la versatilità del gruppo. Bobo e la band fanno per un attimo pensare di essere lì facendo ballare la sala con “Personal Jesus”.

L’appartenenza forte alla sua città la sentiamo quando ne parla e quando ne canta in “Hawaii da Shangai”. Dal vivo pezzi vecchi e nuovi sono arrangiati in modo da annullare la distanza temporale. Le novità sonore si cancellano nei riff addolciti dal violino ed esaltati da voce e tastiera. Ci invita ad essere felici dopo il concerto perché l’obiettivo suo e della band è questo, rendere felici. È lo stesso Conte Mascetti, sotto i baffi di Rondelli, a presentarci “Dolce imbroglio” perché la vita è un imbroglio l’amore lo é altrettanto ma è anche dolce.”
La seconda parte del live è più energica. Bobo balla, si dimena e dialoga col pubblico fingendosi abruzzese e inglese, le gag sono molto divertenti. L’anima blues viene fuori in maniera prepotente e fa ballare tutti. Pausa intima con “Gigi Balla” in memoria dell’orso Gigi.
Il finale è tutto inglese e rock, affidato alla cover degli Stooges, “Money”.
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