top of page

CARMEN CONSOLI: Il richiamo delle sirene cresce durante lo show (Recensione concerto) #CarmenConsoli

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 1 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min


Carmen Consoli

CARMEN CONSOLI

Eco Di Sirene Tour

27 febbraio 2017

Teatro Filarmonico

Verona

Voto: 6

di Francesco Bommartini

Denudarsi davanti ad una platea richiede coraggio. Carmen Consoli lo ha dimostrato lunedì 27 febbraio sera, in un teatro Filarmonico gremito. L'artista sicula è apparsa vestita di bianco, proprio come le sirene richiamate nel titolo del tour, la pelle color madreperla coperta anche dalla chitarra. Dall'animo è uscita invece la voce, connotazione insindacabile della sua essenza. Motivo di amore ed odio, che però, all'inizio dell'esibizione, è parsa insicura e più rauca del solito. Un esordio molto discutibile anche per l'imperizia mostrata nel suonare l'acustica. Strumento senza dubbio più ostico di un'elettrica, ma è stato difficile non notare la mancanza di forza nel centrare gli accordi in modo preciso, con conseguenti code frizionate.

Quindi, dopo sei brani, la Consoli, finalmente, è stata raggiunta da violoncellista e violinista. Tutte donne, tutte brave, come più brava – forse perché più sicura di sé con alle spalle qualcun altro – è parsa la Consoli. Anche gli accordi, ostici in certi brani, sono stati affrontati con una spigliatezza maggiore. Facendo una metafora, si potrebbe dire che il concerto è andato a diesel, partendo (molto) piano ed accelerando – in termini qualitativi - poi. Ma il pubblico, quello dei fan senza orecchie ma con la voglia di applaudire e urlare “brava” ad ogni costo, pare non essersene accorto, avendo trattato l'artista sempre come una Ferrari. Sempre “al massimo” sono semmai andate le luci (bellissimi i giochi proposti durante tutto il live) e la scenografia del palco, a forma di conchiglia.


Carmen Consoli

Tra i brani più intensi “Mandaci una cartolina”, che Carmen Consoli ha dedicato originariamente al padre e, l'altra sera, a Dj Fabo, che ha deciso di raggiungere la Svizzera per sottoporsi alla cosiddetta “morte dolce”. Da brividi. Eccellente, con gli archi a coprire le troppe nudità musicali della Consoli d'inizio concerto, “L'ultimo bacio”. Da applausi, ampiamente ricevuti, gli altri singoli che l'hanno resa celebre. Tra questi “Confusa e felice”. Eccessiva, in tutti i sensi, “Geisha”, con un urlo che infastidisce più che esaltare. Imbarazzanti le proposizioni di “Parole di burro” e “Il sorriso di Atlantide”. Decisamente meglio “Fiori d'arancio”. Da brividi anche “In bianco e nero” (dedicata alla madre) e “Blu Notte”.


Prima della Consoli sì è esibita Eva Pevarello. Comprensibile che il nome non dica molto a chi non guarda la tv: Eva è assurta alle cronache musicali (si fa per dire) grazie ad X-Factor. Oggi può contare 30mila fan su Facebook e la possibilità di aprire le date del tour dell'esimia collega. Niente male, vista anche l'esibizione, dignitosa ma non esaltante. Intendiamoci: la ragazza ha la voce e pure una certa capacità interpretativa. Ma nelle tre canzoni proposte (tra le quali una scritta da Giuliano Sangiorgi) non ha davvero colpito al cuore. Un tipo di capacità che spetta ai grandi artisti e che auguro ad Eva di poter esperire nel suo percorso, ancora all'inizio, nel panorama musicale che conta.

 
 
 

Comments


bottom of page