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CHICK COREA & STEVE GADD SEXTET: Uno spettacolo sonoro e sensoriale a cui non si assiste tutti i

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    Redazione
  • 6 nov 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


CHICK COREA & STEVE GADD SEXTET

05 Novembre 2017

Auditorium Parco della Musica

Roma Jazz Festival – Jazz Is My Religion

Roma

Voto: 8

Di Francesca Amodio

Apertura col botto per la quarantunesima edizione del prestigioso Roma Jazz Festival – Jazz Is My Religion, la rassegna dedicata alla musica jazz italiana ed internazionale che anche quest’anno ha luogo all’Auditorium Parco della Musica ma non solo, toccando anche altre autorevoli location quali la Casa Del Jazz, la Chiesa di San Nicola da Tolentino, la Sagrestia del Borromini, giusto per citarne alcune, da domenica 5 novembre fino a giovedì 30 novembre e che ospiterà i concerti di nomi del calibro di Fabrizio Bosso, Giovanni Guidi, Gabriele Coen, Roberto Gatto, Seckou Keita, Benjamin Moussay, Daymé Arocena, Jeremy Pelt e molti altri.

È il “Chick Corea & Steve Gadd Sextet” ad inaugurare la nuova edizione del Festival nell’autorevole Sala Santa Cecilia dell’Auditorium che, smesse le quinte fresche del Festival del Cinema, veste quelle di una delle manifestazioni musicali più importanti d’Italia, che con le leggende viventi Corea e Gadd ha raccolto un’innumerevole folla di appassionati ansiosi di ascoltare questa ensemble sui generis ed esclusiva, che ha visto Chick Corea alle tastiere e al piano, Steve Gadd alla batteria, Lionel Loueke alla chitarra e talvolta alla voce, Carlitos Del Puerto al basso e al contrabbasso, Luisito Quintero alle percussioni e Steve Wilson al sax e al flauto.

Legati innanzitutto da una profonda amicizia oltre che da una carriera straordinaria e di straordinari sodalizi, gli statunitensi Corea e Gadd, considerati due fra i musicisti più influenti di tutti i tempi, danno vita a questo incredibile sestetto che stasera ammalia e stupisce, il tutto naturalmente anche grazie alla scelta di quattro musicisti di livello incommensurabile con cui i due leader stelle e strisce regalano al pubblico capitolino una serata impeccabile.


Presenti da decenni nella scena mondiale jazz e non solo e superate ampiamente le settanta primavere entrambi, Chick Corea e Steve Gadd emanano un’incredibile energia ed un ineguagliabile carisma, un affiatamento ed un feeling che, raccontano, è stato sempre alla base del loro sodalizio artistico ed umano, le fondamenta di quello scambio musicale che, affermano le due leggende, li ha arricchiti musicalmente a tal punto da far fare loro un disco ed un tour insieme con la più spontanea naturalezza, avvalendosi del supporto dei talentuosi Loueke, Del Puerto, Quintero e Wilson, anagraficamente molto più giovani.

Con un curriculum inenarrabile che vanta collaborazioni storiche come quella col grande pianista francese Michel Petrucciani fino a grandi sodalizi nel mondo del pop quali quello con James Taylor o Eric Clapton, l’arte e lo stile di Gadd si uniscono a quelli di Corea, il pioniere delle tastiere elettroniche che vanta una gloriosa collaborazione con una delle icone del jazz del ventesimo secolo, Miles Davis, nella riuscita di uno spettacolo sonoro e sensoriale a cui non si assiste di certo tutti i giorni.

È indubbiamente una forte emozione partecipare a questo concerto che vede sullo stesso palco due fra i musicisti più acclamati in ogni angolo del globo, nonché un piacere la scelta di condividere la scena con colleghi artisticamente molto più freschi, assolutamente all’altezza della situazione, in un viaggio che parte da “My Spanish Heart” fino a “Chinese Butterfly”, “Return to Forever” e molto altro, fra momenti acustici ed altri elettrici, spaziando nel jazz ma anche ben lontano dal genere tout court.

Un concerto magistrale, che ha catturato i fedelissimi ma anche i giovanissimi, da ascoltare nell’immersione e nel raccoglimento totali, lasciandosi trasportare dalle note sublimi di due divinità che hanno ridefinito le sfumature del jazz in un modo inutile da descrivere e utile invece da ascoltare, nella contemplazione di un linguaggio caleidoscopico sempre attuale.

Valori aggiunti, la simpatia e l’estrema umiltà di queste due leggende, che in un’atmosfera di puro divertissement, con lo spirito di un gruppo di amici che si riunisce in una stanza per il solo gusto di suonare e divertirsi, regalano al pubblico di Roma due intensissime ore di straordinaria musica che piacevolmente rifugge etichettature e stilemi.

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