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CONCERTONE PRIMO MAGGIO: Visto in TV. Luci ed ombre sulla musica italiana (Recensione Concerto) #1M2

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 2 mag 2017
  • Tempo di lettura: 4 min


AA.VV.

Concerto del 1 Maggio

01/5/2017

Piazza San Giovanni (e TV)

Roma

Voto: 5

Di Luca Trambusti

Puntuale come ogni anno , voluto dai sindacati “confederali”, anche questo 1 Maggio è arrivato il “concertone” di Piazza San Giovanni a Roma. Nella giornata dedicata al lavoro ed ai lavoratori sul palco della piazza romana (ed i TV – e questo è quello che conta) sfilano una serie di artisti della scena musicale italiana ed alcuni ospiti internazionali.


Per questo 2017 una nuova organizzazione ha portato con se anche una differente direzione artistica più orientata verso l'indie ma giustamente mischiata con il pop di qualità così da cercare di restituire una foto (per quanto istantanea perché composta di soli tre brani cadauno) del panorama italiano. Dunque le premesse erano delle migliori ma purtroppo le aspettative non sono state tutte rispettate.

Diciamo subito una cosa: le considerazioni che seguono sono quelle che arrivano da una visione televisiva del concerto,. Dal piccolo schermo la kermesse ne è uscita massacrata per qualità audio (sopratutto nella prima parte, quella prima del Tg delle 19,00) e per alcune scelte veramente discutibili come tagliare l'esibizione di Edoardo Bennato (con il suo blues e le sue chitarre ha costruito una delle migliori performance della serata) a pochi secondi dal termine per andare in pubblicità. E' stato un oltraggio al pubblico televisivo ed una completa mancanza di rispetto verso la musica e l'artista stesso. Quindi già questi elementi influenzano il giudizio.

Di positivo sicuramente il ridotto numero di artisti Folk e combact rock che ormai erano diventati la cifra stilistica del concerto del 1 Maggio. Una sola volta è risuonata la nobilissima “Bella Ciao” che ormai era un must della piazza (e forse per la sua storia e significato anche un po' fuori contesto, più adatta al 25 Aprile).


Dunque tanta attesa per i grandi nomi dell'indie nostrano e del pop che però non sempre hanno centrato l'obbiettivo. In molti casi si sono mostrati gli attuali limiti della musica italiana, fatta di poche idee, suoni non di grande qualità, molte parole ed una penalizzante mancanza di freschezza, oltre che evidenti limiti vocali (superati nei dischi ma non sempre nei live). Da notare la pattuglia “sanremese”, composta da Gabbani, Moro, Samuel, Ermal Meta, trasportata in blocco sul palco di Piazza San Giovanni.

In questa occasione bocciati Ex – Otago (inascoltabile il cantante), Luci della Centrale Elettrica, Teresa De Sio (anche lei grandi limiti vocali), Maldestro e Stato Sociale (una performance inutilmente sopra le righe ed arrogante che in quel contesto, a differenza di quanto fatto nel concerto milanese – vedi qui recensione – ha mostrato la vera anima della band e la pochezza della loro musica. Una performance stilisticamente e concettualmente più vicina al disco che al live di Milano)

Rimandati a settembre Ermal Metal (anche se un brano, oltre a quello di Sanremo, era veramente interessante per gli arrangiamenti dei fiati): troppe parole e troppo pop melodico. Fabrizio Moro che sommerge la sua musica pop rock (anche piacevole) con..... fiumi di parole (citando i famosi Jalisse).


Promossi: Bennato (sebbene la Rai c'abbia messo del suo per oscurarlo/boicottarlo), Motta (penalizzato dalla sintesi richiesta per questioni di tempo, nonostante tutto una delle migliori performance, almeno più ricca musicalmente e per energia), Brunori Sas (con la sua eleganza che perdona anche i suoi – noti – limiti vocali) e Marina Rei, che si è esibita senza Paolo Benvegnù ricoverato per un malore in ospedale alcuni giorni fa (c'era però la sua band). Il vero mattatore (italiano) del concertone è però stato Francesco Gabbani che ha eseguito i suoi “tormentoni” che ci hanno accompagnato sinora e che ci accompagneranno nei prossimi mesi. Energia, divertimento, un certo gusto (anche se non nuovo) nelle scelte sonore. Unica pecca veniale il nuovo singolo (Granite e Granate) che pare essere un po' furbetto, costruito con lo scopo di “piacere” con la sua anima “estiva” un po' studiata (con un testo ed un'idea di testo interessante). Comunque pop di grande livello, sia nella scrittura che nell'esecuzione sul palco. Bravo


Accolti da un grande scroscio di pioggia sul palco di San Giovanni si sono esibiti anche gli inglesi Editors. Senza nessuna velleità esterofila occorre dire che sono sembrati dei giganti. Il loro indie fresco, d'impatto e di grande semplicità ha dimostrato ed illuminato la strada su come questa musica va affrontata e quale debba essere il suo approccio (anche iconografico se volete). Purtroppo anche loro sono stati massacrati dalla pessima qualità audio e dal mixaggio che non ha reso giustizia ai loro suoni e sopratutto al loro chitarrista.

Bombino ha portato invece l'Africa sul palco, con la sua chitarra e la commistione tra rock e musica africana (anche se alla fine in alcuni momenti durante il suo set ci si è un po' distratti).

Per il resto nessuna performance ha lasciato il segno: i rapper hanno fatto i rapper, Rocco Hunt ha infiammato la platea e Clementino ha fatto il suo, tra villaggio turistico e rap senza dimenticare il De Andrà (Bubola) di Don Raffaè. Da segnalare il set del violinista spagnolo di origini libanesi e armene Ara Malikia

In conclusione il Concertone deve essere il più eterogeneo possibile, deve cercare di dare ampie visoni della musica perché di fatto è uno spettacolo televisivo, con caratteristiche e finalità diverse, ma al pari di Sanremo.

E come Sanremo la versione televisiva è qualitativamente ed emozionalmente limitante ed allo stesso tempo è una vetrina per gli artisti che cercano di dare il meglio o la miglior visibilità in pochi minuti. A volte “bucano” lo schermo a volte no!

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