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CRISTIANO DE ANDRÉ: Quando suono le sue canzoni sento mio padre sul palco (Intervista) #CristianoDeA

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 6 mar 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


Cristiano De André

CRISTIANO DE ANDRÉ

De André canta De André Tour 2017

al via il tour teatrale

Intervista di Luca Trambusti

Da ormai parecchi anni Cristiano De André sta lavorando sul vasto repertorio del padre, tenendolo vivo, riproponendo e riarrangiando live il repertorio del grande Faber. Di quanto presentato live sono usciti anche due dischi: il Volume 1 nel 2009 ed il Volume 2 nel 2010

Quello che parte in questi giorni, nella sua versione teatrale, è il terzo tour dal titolo “De André Canta De André” e che raggiunge il sold out per la data di Firenze del 7 Marzo (Obi Hall). (Vedi qui le date sinora confermate)

Già visto la scorsa estate (leggi qui la recensione), il concerto si modifica leggermente, si adatta alla location teatrale e si arricchisce di alcuni nuovi brani non presenti nella scaletta estiva.

Ecco come Cristiano racconta il concerto e l'intero progetto.

Cosa sono queste canzoni per te?

Sono canzoni che mi sento addosso. Mio padre ha anticipato i tempi. Sono canzoni odierne, attuali, che ancora oggi raccontano il momento e la società. Sono canzoni che hanno il compito di stimolare l'anima che abbiamo lasciato nel cassetto

Questo progetto va avanti da anni e s'intreccia con le tue “cose”

Sì, circa ogni 5 anni riprendo questo progetto e nel mezzo metto i miei dischi ed altri progetti come ad esempio il libro (“La Versione di C” uscito nel 2106 per Mondadori ndr) in cui racconto la mia vita e cose personali. Intanto sono a metà del nuovo disco, una parte è già registrata e l'uscita è prevista nel 2018

Gli altri tour di “De André Canta De André” hanno avuto poi un'appendice discografica. Succederà anche per questo?

Sì. Per Natale uscirà un disco live poi seguirà un cofanetto con gli altri due cd live ed anche un DVD.


Quale è lo spirito con cui ti avvicini al repertorio di tuo padre?

E' un tentativo di fare un'opera nell'opera con la mia visione delle canzoni; io aggiungo qualcosa a quanto lui ha fatto e musicalmente ho scelto e arrangiamenti che farei nelle mie canzoni. Mi approccio con il massimo rispetto per i testi con l'idea di rafforzarli con musiche da cesellare intorno alle sue poesie. Ho scelto la world music perché è una contaminazione tra diversi stili fatta a tavolino ma che si adatta perfettamente ai testi. Ho sempre una sensazione di grande rispetto ed autocritica perché sto affrontando grandi opere. C'è un grande lavoro sui brani che si chiude solo se sono convinto, non lascio niente al caso. E' un viaggio tra poesia e musica, un'opera di divulgazione verso i giovani che si sono avvicinati a mio padre. Spero di poterlo portare all'estero dove forse Fabrizio ha raccolto meno di quanto si meritasse.

Hai detto che la tua versione si chiude solo dopo un grande lavoro. Cosa ti fa decidere che sei arrivato a quella “perfetta”?

Non c'è nessun mistero o formula. E' una decisione frutto del mio gusto personale. Quando sono il più vicino possibile alla mia idea di arrangiamento decido di suonarla dal vivo.

Come ti senti a cantare queste canzoni?

Considero questo tour una medicina per me e per le anime delle persone. Queste non sono canzoni mie, io canto lui. E' un modo per celebrare il lavoro di mio padre e molte volte sul palco lo sento lì, vicino a me e sono altre occasioni per stare con lui.

E' curioso poi perché ogni volta che canto un brano ci trovo qualcosa di nuovo che prima non avevo capito o su cui non mi ero soffermato ancora.

C'è qualcosa che non riesci a cantare tra le composizioni di tuo padre? E come hai scelto i brani?

No, non ci sono canzoni che non riesco a cantare. La scelta dei brani è stata fatta tra quelli che si prestavano di più a questi arrangiamenti e sound.

Sto lavorando ad un prossimo progetto sulle canzoni d'amore di mio padre con arrangiamenti che uniscono suono orchestrale e la contaminazione elettronica. Anche qui sceglierò quelle idonee per questo vestito più classico e diverso.


Rispetto alla scaletta della scorsa estate hai aggiunto dei brani in più. Quali sono?

Preferirei lasciare la sorpresa a chi viene al concerto.

Quando sei soddisfatto di un concerto?

Quando capisco che l'emozione mi è rimandata indietro dal pubblico e questa è la cosa migliore. In questi casi l'adrenalina che arriva mi dura anche per qualche giorno.

Tu fai sempre moltissime cose. Da dove trai forza per questa iperattività?

Faccio molto per paura di invecchiare di colpo. Però alla fine ti accorgi che succede ugualmente.

 
 
 

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