top of page

CRISTINA DONA': Faber'n'Jazzy ed è sold out (Recensione concerto) - #CristinaDonà #Amore

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 13 feb 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


CRISTINA DONA'

"Amore che vieni, amore che vai. Fabrizio De Andrè, le donne e altre storie"

11 Febbraio 2017

Auditorium S. Antonio

Morbegno (SO)

Voto: 9

di Massimo Pirotta

Immagini a cura di Lorenza Casati - Una locazione affascinante e particolarmente invitante perchè l'auditorium che ospita l'esibizione è una chiesa sconsacrata. Adibita a sala concerti, con una buona acustica e con tanto di affreschi sulle pareti laterali. La capienza è di 350 posti, per l'occasione tutti occupati (ma la richiesta per esserci è proseguita fino all'ultimo). Sul palco ci sono una raffinata e disinvolta Cristina Donà e una band particolarmente coesa che è sistema organico e che non disdegna l'arte dell'improvvisazione. E' composta da Rita Marcotulli (pianoforte), Enzo Pietropaoli (basso), Fabrizio Bosso (tromba), Javier Girotto (sax), Saverio Lanza (chitarre elettriche), Cristiano Calcagnile (batteria, percussioni). Un ensemble affiatato e pronto a cimentarsi con maestria nelle variopinte stagioni della musica jazz: swing, be-bop, etno, avant-jazz. Avere a che fare con il repertorio di De Andrè, si sa, è materia che scotta. Perchè facilmente si rischia di inciampare in facoltativi esercizi di stile e di auto- imprigionarsi nei reticolati dei dipartimenti stagni delle cover per le cover.


Qui è parecchio diverso: c'è l'impeto bandautorale, frutto di esperienze diverse, solide, molteplici e di elevata statura artistica. C'è un ineccepibile gioco di insiemi, c'è progettualità, c'è l'essere laboratorio-concettuale, c'è la cura del dettaglio contemporaneo. Cristina Donà è artista puntigliosa e che possiede una vasta cultura musicale (come del resto tutti gli altri musicisti che l'accompagnano) e quando è stata sollecitata nel cimentarsi in questa operazione, si è presa tutto il tempo necessario affinchè nuove ispirazioni ed intuizioni avessero la meglio. In un passato abbastanza recente, tra il 2006 e il 2007, si era già cimentata con il repertorio di De Andrè come ospite in alcuni live della Premiata Forneria Marconi. Ambiti diversi, dal super rodato al tutto da imbastire. Ha pure fatto visita a Dori Ghezzi per chiedere consigli e documentazione e poi è partita in questo viaggio di suoni che è distinto, antiretorico e pulsante. Per niente facile, donne poco allineate... così come le intendeva il cantautore anarchico. Poesie e trasgressioni, immaginari e stili di vita, l'introdursi dove l'amore non giudica ma accoglie e la bellezza è colta laddove è stata tolta. Val bene una scommessa che scardina clichè e arriva al cuore delle liriche care a De Andrè . Il concerto è l'elogio di un rinnovato pentagramma che si misura nel catturare emozioni, che è libero e non si autolimita bensì si espande e diventa autorevole in quanto ingranaggio tra l'insolito e l'equilibrio. I momenti clou sono quando il non ancora compiuto diviene compiutezza piena. E' una performance sensitiva, con un'architettura di suoni da fare invidia, ispirata e veicolo idoneo nel tramandare. E' un ponte per chi canta, chi suona e chi ascolta. Cavalieri in jazz, la divina Marcotulli e Cristina Donà che si scopre incarnazione del fare in evoluzione. Percettiva, fantasiosa, corpo e mente alle prese con un repertorio che lei rende ulteriormente incantevole. Sa cogliere l'essenza della realtà umana. Anarchia e Gesù Cristo, la figura di Maria, la buona novella, il carcere, la prostituzione, le madri, la crocefissione e soprattutto le acrobazie per vivere. Nessuna forzatura nel musicare a nuovo tutto cò, ma una chiave di lettura che è contatto immediato con lo spettatore ed è inebriante luce.


"Le passanti" dentro un bistrot e invaghita dal suono di una cornettta, "Bocca di rosa" che è Paris St. Germain, mariachi e Tirana con relativa fanfara, "Verranno a chiederti del nostro amore" che sta a meraviglia in una decentrata sala da ballo, dove quest'ultima è occasione per l'unione di corpi, "Don Raffaè" che è uno strumentale, con tanto di fiati in evidenza, "Franziska" dove la Marcotulli si cimenta con delle "nacchere giocattolo e plastiche", "Princesa" dove ad attirare l'attenzione è il drumming multikulti di Cristiano Calcagnile. Il bis è "Rimini" che la Donà interpreta con particolare sensualità. E' la carezza di una sera tra scroscianti applausi e un live evocativo, con diverse sfumature e profondo nel suo essere "forza della ragione".

La scaletta: "Amore che vieni, amore che vai", "Ho visto Nina volare", "Hotel Sopramonte", "Marinella", "Ave Maria / Tre madri", "Le passanti", "Bocca di rosa", "Ballata dell'amore cieco", "Verranno a chiederti del nostro amore", "Don Raffaè", "Franziska", "Princesa", "Rimini"

I prossimi appuntamenti: Auditorium Gen. S. Florio, L'Aquila (5 marzo), Teatro Walter Mac Mazzieri, Pavullo (7 marzo), Teatro Rossini, Pesaro (20 maggio), Teatro Lyrick, Assisi (21 maggio), Teatro Petruzzelli, Bari (22 maggio), Chiesa di San Giacomo, Forlì (5 luglio)


 
 
 

Comments


bottom of page