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ERICA MOU: In concerto a Milano alla rassegna Mente Acustica - #EricaMou #DiNecessitàVirtùTour

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 27 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min


ERICA MOU

ERICA MOU

Sabato 18 Marzo 2017

ore 21.30

Rassegna Mente Acustica

Spazio Teatro 89

via Fratelli Zoia 89

Milano

ingresso 13 euro - 10 euro ridotto

Classe 1990, originaria di Bisceglie, Erica Mou (nome d’arte di Erica Musci) è una delle voci più interessanti e singolari del panorama italiano e da sempre compone la propria musica, in cui alterna grazia innocente a sensuale ironia. Con tre album all’attivo (“È”, uscito nel 2011; “Contro le onde” del 2013; “Tienimi il posto” del 2015, oltre all’inedito “Bacio ancora le ferite” del 2009) e diversi riconoscimenti in carniere (due su tutti: il premio della critica Mia Martini e quello Sala Stampa Radio Tv al Festival di Sanremo del 2012, sezione Sanremo Social, con il brano “Nella vasca da bagno del tempo”), Erica Mou si è affermata sulla scena nazionale grazie alle sue qualità compositive e vocali.

Dotata di una personalità forte e ironica, negli ultimi anni la cantautrice pugliese si è esibita sui principali palchi italiani (tra cui Arezzo Wave, il Concertone del Primo Maggio in Piazza San Giovanni, a Roma, e l’Arena di Verona) e all’estero (Francia, Germania, Gran Bretagna e Ungheria). Tante le collaborazioni con altri artisti, tra cui Raphael Gualazzi, Tricarico, Boosta e Perturbazione.

In altri ambiti (cinema, teatro e letteratura) spiccano quelle con Rocco Papaleo, la regista Roberta Torre e la scrittrice Chiara Gamberale.

Il live di sabato 18 marzo allo Spazio Teatro 89 fa parte del tour ribattezzato “Di necessità virtù”: non è il nome di una nuova canzone di Erica Mou, ma il principio che ispira la sua tournée in trio (con Flavia Massimo al violoncello e Antonio Iammarino al fender rhodes). A seguito di un incidente alla spalla, infatti, Erica deve lasciare un po’ in disparte la chitarra, con cui in passato era abituata a stupire il pubblico orchestrando interi concerti. Ora lo schema è in parte cambiato e, lì dove manca la forza per imbracciare a lungo uno strumento, emerge la voglia di valorizzarne un altro, il microfono, dialogando con gli altri musicisti e con i suoni elettronici. «Questo incidente mi ha mostrato un’altra separazione, l’ennesima degli ultimi anni, quella dal mio strumento: la chitarra. Credo che la paura - ha dichiarato l’artista pugliese - debba lasciare sempre il posto all’ingegno, perché le difficoltà possano trasformarsi in creatività».

 
 
 

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