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FABRIZIO MORO: Il cantautore morde e "invoca Pace" al Carroponte (Recensione Concerto) - #

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 7 set 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


FABRIZIO MORO

6 Settembre 2017

Carroponte, Sesto San Giovanni (MI)

Voto: 8

di Miki Marchionna

Semplice, diretto, divertito e in assetto da vero rocker. Fabrizio Moro ha portato ieri il suo “Pace Live Tour 2017’’ al Carroponte di Sesto San Giovanni, festival alle porte di Milano. Ben due ore di concerto per questa tappa in cui il cantautore romano (classe 1975,) ha proposto dal vivo i brani del suo ultimo album intitolato, appunto, “Pace’’ oltre ai suoi vecchi successi. Le luci dello stage si accendono alle 21,30, illuminando i volti dei centinaia di fan assiepati sotto il palco.

L’atmosfera che si respira non è quella dei grandi eventi, così come il pubblico in termine di numeri. Tutto ciò, comunque, donerà al live una dimensione molto intima ed estremamente godibile. Le prime note sono quelle proprio della introspettiva ed esistenzialista “Pace’’.


I riflettori esaltano le sagome dei musicisti, mentre la voce fuori campo di Moro si eleva per tutta l’area del Carroponte. Poi al termine di un crescendo, l’artista fa finalmente capolino. La sua energia è tangibile: la si avverte attraverso il suo modo di cantare ‘arrabbiato’, emozionalmente sentito, forte e vigoroso.

Anche il linguaggio del suo corpo dice lo stesso. Con le mani che stringono il microfono, Fabrizio Moro macina decine di metri da destra a sinistra, da su a giù dello stage, quest’ultimo piuttosto essenziale con un maxi schermo su cui vengono proiettati effetti visivi e parte dei videoclip. “L’essenza’’, “È Solo Amore’’, “Tu’’, “Il Peggio è Passato’’, “La Felicità’.

Il ‘gitano del pop rock italiano’, merito del suo look casual, del cappello e dei tatuaggi sulle braccia, spara le sue cartucce senza praticamente alcuna pausa, per poi esclamare: «Ciao grandi!».

Dopodichè, afferra una bottiglia di birra e prima di dare un sorso grida: «Un brindisi a voi!».Il clima cambia radicalmente non appena accenna il riff di chitarra di “Alessandra sarà sempre più bella’’. Il pezzo invita a saltare e a ballare all’insegna della gioia e della spensieratezza. Il popolo del Carroponte si fa trovare pronto e la danza ha inizio. Il cantautore rimane in scia con la seguente “Tutto Quello Che Volevi’’, prima della parentesi romantica della prima hit della serata: “Eppure Mi Hai Cambiato La Vita’’.


In scena Moro mostra due anime: una più rock e tormentata che traspare attraverso le parole e il modo in cui esse vengono cantate, come ad esempio in “Libero’’ e “Da Una Sola Parte’’, e un’altra più malinconica, dolce e struggente di “Sono Anni Che Ti Aspetto’’ e di “Sono Solo Parole’’, resa celebre da Noemi, e primo degli unici due pezzi acustici (piano, chitarra e voce) a cui viene affiancata “Un’altra Vita’’.

In dirittura d’arrivo non potevano mancare i due brani sanremesi: il più recente dell’edizione appena trascorsa “Portami Via’’, al quale si aggiunge l’impegnata “Pensa’’, il brano con cui dieci anni prima vinse l’edizione Giovani.

E quando sembra che il sipario stia per calare dopo un’ora e mezza, ecco che Moro rincara la dose e propone “Parole Rumori e Giorni’’, mentre per il bis arrivano “Un Pezzettino’’ e per la seconda volta la goliardica “Alessandra sarà sempre più bella’’. Degna chiusura, infine, con “Babbo Natale Esiste’’, dedicata al figlio.

Anche dal vivo Fabrizio Moro convince con il suo personalissimo cantautorato che non può che ricordare Rino Gaetano, ma con un’aggiunta di arrangiamenti più pop e moderni e di testi più personali, ma in cui i suoi fan riescono sempre a identificarsi cantandoli e vivendoli assieme al loro poeta.


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