FRANCESCO DE GREGORI: Ho solo voglia di divertirmi e di suonare (Intervista) #FrancescoDeGregori #Of
- Redazione
- 20 nov 2018
- Tempo di lettura: 5 min

Foto Daniele Barraco
FRANCESCO DE GREGORI
Le sue doppia anima dal vivo e le tante attività
Di Luca Trambusti
E’ un periodo molto intenso per Francesco De Gregori. Pochi giorni fa è uscito un suo disco “impachettato” all’interno di un’opera d’arte firmata Mimmo Palladino. Una versione a due voce di Francesco con sua moglie che rileggono “Anema e Core”, un classico della canzone napoletana. Un progetto che virava verso l’arte più che la musica, le 99 copie prodotte erano destinate al mercato dei collezionisti più che a quello del disco (anche il prezzo era orientato verso quel mondo). Oggi è disponibile una copia “commerciale” di quell’opera: un vinile di 10” venduto a 24 euro in soli 500 pezzi.

Per il futuro però, buona parte del 2019 per De Gregori si concentra sul live con una doppia produzione. Dal 28 Febbraio al 27 Marzo il cantautore sarà impegnato al Teatro Garbatella di Roma (con capienza 230 spettatori) per una ventina di esibizioni che vanno sotto il titolo “Off The Record” in un contesto essenziale, intimista con la band che suonerà delicatamente come si conviene ad un piccolo teatro.
Dall’11 giugno (alle Terme di Caracalla a Roma) però si cambia registro e in prestigiose location De Gregori affiderà le sue canzoni ad un’orchestra di 40 elementi (più il Gnu Quartet e la sua band) per un concerto “Greatest Hits”. Saranno 12 eventi in tutta Italia che termineranno il 20 Settembre all’Arena di Verona che avrà tutti i posti numerati per volontà di Francesco.
Dunque due anime che si fondono e che permettono a De Gregori di muoversi nel suo repertorio e di soddisfare le molteplici esigenze del suo pubblico.
Questo il calendario sinora comunicato del tour orchestrale:
11 giugno 2019 – Terme di Caracalla
15 giugno 2019 – Teatro Antico di Taormina (in attesa di autorizzazione Assessorato)
30 giugno 2019 – Lucca Summer Festival
20 Settembre 2019 – Arena di Verona
Ma non è tutto. Sabato 1 Dicembre alle 21,40 su Rai3 andrà in onda il docufilm “Vero Dal Vivo”, realizzato dal fotografo e filmmaker Daniele Barraco, già presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma e girato durante il tour estero (Europa e New York) di De Gregori.
Tutto questo lo abbiamo approfondito parlando con lo stesso Francesco De Gregori.
Come sarà la scaletta e la struttura del concerto “residenziale” di Roma?
Ancora tutto è in movimento e non ci sono certezze. L’idea per “Off The Record” é di giocare con il repertorio. Avrò un nucleo di 20 25 pezzi a cui aggiungerne ogni sera 3/4 diversi, canzoni scelte al momento o in giornata e provate nel pomeriggio durante il soundcheck. Quindi poco ragionate e senza sofisticatezze. Quasi con un senso di improvvisazione e con la libertà di variare sera per sera. Sarà un approccio non protocollare, o accademico, magari viene male ma la gente capirà. Recupererò cose che faccio poco dal vivo e che magari in pochi conoscono. Sarà un concerto dove non so che tipo di emotività potrò avere perché è una cosa nuova. Ho fatto club, teatri e piazza ma mai una situazione così confidenziale. E’ un tentativo di scardinare le mie routine cercare condizioni anomale.

Sembra un concerto ispirato dall’esperienza di Bruce Springsteen.
E’ un’ispirazione non diretta: se l’ha fatto il Boss posso farlo io anche se con durata diversa ….. e in un teatro parrocchiale. (Ride ndr)
In un ambiente così intimo ci saranno dei racconti, delle storie ad introdurre i brani?
Non mi piace molto raccontare qualcosa prima delle canzoni. Se mi capita di sentire qualcuno che lo fa dopo un po’ mi trovo a disagio. Penso ci sia un tempo per parlare e tempo per suonare e poi non sarò mai un grande parlatore. Al teatro non c’è uno storytelling, tipo quello di Bruce che racconta sua vita con le sue canzoni. Io non ho voglia di raccontare le mie canzoni o meglio lo faccio cantandole. E poi loro parlano della mia vita, delle mie sensazioni ed emozioni.
Invece la scaletta orchestrale come sarà?
E’ un greatest hits, una cosa mai cercata live. Tra il mio pubblico molti vogliono i classici, le hit, altri no; è un problema che mi porto appresso. Con questo doppio progetto calo l’asso: da una parte accontento chi non sopporta i classici, mentre con la grande orchestra, suonando tutte o quasi tutte, quelle canzoni che il pubblico ha premiato, soddisfo che vuole questo. Dunque, chi non sopporta “Generale” “La Donna Cannone” o altre simili venga a Roma, chi le ama e le vuole ascoltare in maniera inedita venga al concerto con l’orchestra.
Quale sarà il ruolo dell’orchestra?
Odio la retorica dell’orchestra mal gestita che riempie e diventa sottofondo. Ci sono ottimi musicisti che stanno pensando agli arrangiamenti, tra cui gli Gnu Quartet con cui ho già lavorato in passato.
Vista una produzione così importante, pensi che seguirà un disco live con l’orchestra?
Ho idea di registrare con l’orchestra ma non sarà un live in concerto. Saranno delle registrazioni con tecniche molto essenziali, poche piste e poco lavoro di produzione. Praticamente un live in studio. Mi piacerebbe se uscisse prima della partenza del tour.
“Anema e Core”, la canzone napoletana oggetto dell’ultimo tuo progetto discografico ed artistico con Mimmo Palladino, l’hai proposta, cantata con tua moglie, in entrambe le versioni: quella acustica e quella orchestrale. Troverà spazio in questo tour?
Non lo so. Se ci sarà, sarà a Roma dove è più facile che mia moglie mi raggiunga (Ride ndr).
A proposito di quella canzone: mi piaciuto molto farla. E’ stata una cosa casalinga, nata per gioco che ha coinvolti me e Chicca, con la pura di affrontare la lingua napoletana che è giocare con il fuoco. Chiedevamo conferma ad ogni napoletano sulla pronuncia ma ognuno ci dava una versione diversa. Per noi il totem è l’interpretazione di Roberto Murolo. Tutto il progetto con Palladino è stato una stranezza, una cosa che non esisteva prima e che ha a che fare con l’arte. Un disco di De Gregori che canta in napoletano è un’operazione anomala, una bellissima anomalia.

A proposito del film cosa c’è da raccontare?
“Vero dal Vivo” non è un film musicale e tantomeno un live, ci sono solo 2/3 canzoni e nemmeno tutte intere. “Vero dal Vivo”, che è stato girato durante la mia ultima tournée all’estero in Europa ed America, è un film che racconta la verità di persone che si muovono in musica ed in viaggio. Di fatto é il racconto di un viaggio. Il film è fatto di indizi. Mi hanno detto che come al solito non si capisce bene che pesce sono. In ogni momento sono un pesce diverso e non volevo un film che risolvesse quel mistero, questo apre solo finestre sul mistero, non vuole approfondire, è un film di vita, tracce, immagini, schegge. Ad esempio, nel film c’è una chiacchierata a New York con un tassista napoletano a cui canto tutta “Anema e Core”.
Stai facendo progetti diversi tra loro: prima il lavoro con Palladino, poi un tour dalle due anime. Come mai tutta questa varietà?
Solo apparentemente i progetti possono sembrare slegati. La cosa che li unisce è la voglia di suonare e divertirmi a farlo, inclusa la canzone con Elisa che mi ha risolto 10 giorni senza musica.
Unire la mia bulimia musicale è l’anomalia, la bizzarria delle cose. Non amo la prevedibilità e ciò che ho già fatto; mi piace la ricerca di novità per me e per il pubblico.
Cos’è che ti emoziona sul palco e ti fa andare avanti?
Può sembrare banale ma il rapporto con il pubblico è emozionante. Come lo è cantare sul palco, far suonare le parole in maniera diversa ogni sera o appoggiarsi al basso ogni volta a suo modo. Sono sensazioni, micro variazioni di cui mi piace rendere partecipe il pubblico. E poi, come dicevo prima racconto le mie storie, la mia vita, le mie visioni del mondo e tutto ciò contiene un nocciolo forte di emozione, a volte commozione. E poi ora mi da meno fastidio di una volta d’incontrare le persone.
Komentarze