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GIORGIA: Poco Marketing e tanta musica (Recensione Concerto) #Giorgia #OroneroTour

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 2 apr 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


Giorgia

GIORGIA

Oronero Tour

01 Aprile 2017

Palalottomatica

Roma

Voto: 9

Di Francesca Amodio

“Ci sarà più spazio per le chiacchiere e per fare altro da ‘Oronero’, divertendoci. In sostanza, poco marketing e molta musica”.

Così aveva detto e così ha fatto la capitolina Giorgia, quasi quarantasei anni splendidamente portati, nella sua amata Roma in quel del Palalottomatica, da sempre tempio romano dei grandi concerti di artisti nazionali ed internazionali, oggi naturalmente sold – out per festeggiare i vent’anni di onorata carriera di una delle voci italiane più amate all’estero.

Figlia d’arte, ossia del cantante e musicista Giulio Todrani, fondatore del gruppo “Io vorrei la pelle nera”, è grazie al papà che Giorgia muove i primi passi nei club musicali di Roma, ma è indubbiamente grazie al suo talento straordinario che in pochi anni diventa uno dei riferimenti femminili della canzone italiana, spopolando dal 1995 in poi con la vittoria al Festival di Sanremo, dove Giorgia vince col brano “Come saprei” anche il Premio della Critica.


Una grande, immensa ed importante festa, che a grande richiesta ha visto aggiungersi anche la data del 2 aprile per festeggiare il successo di “Oronero”, decimo album di inediti di Giorgia e disco di platino, insieme a brani che oramai fanno parte del repertorio storico dell’artista, da “E poi” a “Gocce di memoria”, da “Di sole e d’azzurro” a “E’ l’amore che conta”, da “Vivi davvero” a “Marzo”, da “Quando una stella muore” a “Girasole”, giusto per citarne alcuni, fino all’ultimo successo, la title - track del disco, “Oronero”, che vede la firma del compagno Emanuel Lo sia per il testo che per la musica, e altri estratti dall’album come “Vanità”, “Scelgo ancora te”, “Credo”, “Posso farcela”, “Amore quanto basta”, “Regina di notte”.

Con un’artista del calibro di Giorgia, lo spettacolo è sempre garantito: esile e bellissima, nella sua nuova condizione di mamma e compagna, dal corpo minuto di Giorgia è emanata un’energia ed una carica che da sempre l’hanno contraddistinta, insieme ad una dote vocale fuori dal comune, che fa venire i brividi ad ogni suo pezzo e variazione. La spontaneità e l’enorme carisma della cantante le fanno guadagnare un’empatia totale col suo pubblico e con la sua Roma, che la vede in assoluto stato di grazia, in un concerto di oltre due ore davvero ineccepibile, scenografico e spettacolare, in cui emergono l’assoluta veracità e la grande sensualità di Giorgia.

Il suo enorme punto di forza è sempre stato uno, meravigliosamente invariabile nel tempo: la versatilità di quest’artista pura e vera le ha concesso di sbizzarrirsi come voleva in vari momenti della sua carriera, districandosi tra pop e dance, disco e blues, regalandoci dischi più superbamente intimisti e concettuali (“Ladra di vento”, “Stonata”) e dischi più propriamente pop e funky (“Mangio troppa cioccolata”, “Dietro le apparenze”, “Oronero”), rimanendo sempre ben saldamente ancorata ad una credibilità e ad una veridicità sbalorditive, che le hanno permesso di conquistare nel corso degli anni un pubblico assolutamente eterogeneo, che mette d’accordo tutte le età e tutte le inclinazioni musicali.

Altra carta vincente della carriera di Giorgia, che vede proprio nel live la sua espressione migliore, come dimostrato anche in questa occasione, è stata la cerchia di musicisti e autori di livello altissimo di cui Giorgia da sempre si circonda, dallo storico Marco Rinalduzzi a Davide Rossi, da Fabio Massimo Colasanti a Alessandro Centofanti, da Livio Magnini a Enzo Avitabile e Joe Barbieri, per fare qualche nome.


Si diceva che è il live ad essere l’habitat naturale di Giorgia: che sia unplugged o in elettrico, che sia voce e chitarra o full band, le emozioni con Giorgia sono sempre assicurate. L’intensità interpretativa di questa artista eccezionale non cambia mai, anzi, così come il buon vino sembra aumentare ed evolversi nel corso del tempo. Questo tour pertanto si rivela come la riprova del fatto che Giorgia sia ancora tra le conferme più brillanti del panorama femminile della canzone italiana attuale, rimanendo sempre la stessa pur nella sua camaleontica attività cangiante.

A metà del live arriva uno splendido omaggio a Prince, naturalmente tra le maggiori ispirazioni di Giorgia, per concludere con quelli a Marina Rei, Nek e Pino Daniele, quest’ultimo produttore di uno dei suoi album più venduti, “Mangio troppa cioccolata” del 1997, il tutto eseguito da una band di assoluti fuoriclasse quali lo storico Sonny T. al basso e alla direzione musicale, Giorgio Secco alla chitarra, Claudio Storniolo al piano, Gianluca Ballarin alle tastiere e programmazione e Mylious Johnson alla batteria.

Un’artista divenuta intimista e commerciale allo stesso tempo, senza per questo essersi mai venduta alla commerciabilità stessa, l’unica in Italia in cui queste due caratteristiche riescono a convivere stupendamente bene, alternando spesso la leggerezza e la spensieratezza delle musiche a testi mai scontati o banali, che noi tutti almeno una volta abbiamo canticchiato e che continueremo ad imparare.


 
 
 

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