GIORGIO POI: Le date del tour e il nuovo album - #GiorgioPoi #FaNienteTour
- Redazione
- 10 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min

GIORGIO POI
Fa Niente Tour
Le date:
24 febbraio 2017 - Pesaro Circolo Mengaroni
25 febbraio 2017 - Savignano sul Rubicone (FC) Sidro
03 marzo 2017- Milano Serraglio
04 marzo 2017 - Bologna Covo Club
11 marzo 2017 - Marghera (VE) CS Rivolta
18 marzo 2017 - Montelupo Fiorentino (FI) - INDIE IS AGIO // Raduno Diesagiowave 3.0
23 marzo 2017 - Firenze Combo Social Club
24 marzo 2017 - Roma Quirinetta
25 marzo 2017 - Torino Officine Corsare
30 marzo 2017 - Monopoli (BA) Dirockato Winter
01 aprile 2017 - Napoli Lanificio 25
23 aprile 2017 - Genova Supernova Festival
25 aprile 2017 - Padova En Plein Air - Anfiteatro del Venda
GIORGIO POI
Romano di adozione, Giorgio Poi nasce a Novara e trascorre parte dell’ infanzia a Lucca. Appena ventenne si trasferisce a Londra, dove si diploma in chitarra jazz alla Guildhall School Of Music And Drama. Nel frattempo dà vita ai Vadoinmessico, con i quali pubblica il fortunatissimo album Archaeology Of The Future che li lancia in un tour che toccherà tutta l’Europa e anche gli States. Il progetto assumerà in seguito una nuova forma sotto il nome Cairobi. Dal 2013 vive tra Londra e Berlino, guardando all’Italia da lontano, e subendo il fascino di cui la distanza la impreziosisce. Così inizia a scrivere alcuni brani in italiano. Ne viene fuori un disco di canzoni d’amore personali, malinconiche e psichedeliche, in uscita per Bomba Dischi a Febbraio 2017.
GIORGIO POI sul nuovo disco "FA NIENTE", in uscita il 10 febbraio
Ho trascorso in Italia tutta la prima parte della mia vita, fino ai vent'anni, e non m'è mai interessato capirla. Vista dall’interno somigliava tanto a un ricettacolo di cose ovvie, a un contenitore per la normalità, una nebulosa di noia al di fuori della quale sorgevano le misteriose meraviglie estere. Così sono andato a vivere a Londra, dove proporzionalmente a un grande entusiasmo per quel che scoprivo lì, sentivo avanzare una specie di nostalgia, che nel tempo si trasformò in ammirazione idealizzata e totale per il mio paese, per il suo cinema, il suo cibo, la sua musica e la sua lingua. Non perché necessariamente mi sembrasse migliore, ma perché era roba mia, la capivo in modo diverso, più radicale. Ascoltavo Vasco Rossi, Paolo Conte, Lucio Dalla, Piero Ciampi, cose che avevo sentito da bambino, ma a cui non ero mai tornato attivamente. Dopo alcuni anni quel sentimento non accennava a smorzarsi, ma anzi si acuiva, spingendomi verso quel modo che un po’ mi apparteneva per diritto di nascita. Così ho iniziato a scrivere alcune canzoni in Italiano, una dopo l'altra, ed è uscito questo disco.
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