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GOGOL BORDELLO: Tziganata punk al Flowers Festival (recensione concerto) #GogolBordello #FlowersFest

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 14 lug 2017
  • Tempo di lettura: 2 min


GOGOL BORDELLO

Il cortile delle Lavanderie a Vapore

Flowers Festival

Collegno (To)

Voto: 8

di Federica Monello

Poche sono le band che riescono a fondere due generi senza scadere troppo da una parte o dall’altra. I Gogol Bordello riescono perfettamente a sintetizzare nella loro musica il punk e l’influenza gitana. Freschi del nuovo singolo, “Walking on the burning coal” che anticipa il disco “Seeker and finders” in uscita il 25 agosto, sono tornati in Italia per tre date. Il cortile delle Lavanderie a Vapore, pieno di gente variegata, ha accolto la data torinese dei Gogol Bordello ospiti del Flowers Festival.


Palco affollato e allegro, strumenti differenti pronti a comunicare tra loro: questa la vista davanti a noi prima che lo show abbia inizio. La presenza scenica è fortissima per tutti i componenti che fanno loro lo stage con pezzi classici come “Start wearing purple”, “Wunderlust king”, “Sally”. Il pubblico risponde benissimo, in ogni lato del cortile tutti ballano e si dimenano. La mano di una ragazza incontra quella di un ragazzo e iniziano a volteggiare coinvolti dalle note della tarantella gitana “Lela pala tute”. Nel sottopalco centrale scatta il pogo a quasi ogni pezzo. È un caleidoscopio di suoni con la fisarmonica che duetta con la chitarra, il violino con la batteria e a sorpresa sul finale le coriste sfoggiano due gran casse.

Il carisma del cantante trascina tutti, non si ferma un attimo. Balla e salta, suona la chitarra e canta, si tuffa sul pubblico con il classico stage diving. Dedica delle liriche appassionate all’Italia e ci fa capire che il nostro paese gli piace. Di contro ai torinesi, famosi per la poca scioltezza durante i live, e al pubblico tutto piace il loro gipsy punk. Sarà stato il ritmo o il mix di culture, che in fondo il pubblico “nordico” ha nel sangue, o sarà l’estate e la voglia di evasione e spensieratezza che i Gogol Bordello hanno portato nel cortile dell’ex manicomio, ma ieri la platea era di una bellezza e allegria contagiosa. La tziganata punk si chiude con il loro inchino e sulle note di “Redemption song” che non riusciamo a non intonare.


 
 
 

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