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GRAHAM NASH: La leggenda arriva in Italia. Così ci racconta il suo concerto e la sua musica (Intervi

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    Redazione
  • 28 giu 2018
  • Tempo di lettura: 4 min


Foto: Amy Grantham

GRAHAM NASH

An Intimate Evening of Songs and Stories

Un intimo concerto acustico

Intervista di Luca Trambusti

Tra pochi giorni il leggendario Graham Nash arriverà nel nostro paese per una serie di concerti, tappe italiane di un tour (che, nella sua parte europea inizia proprio dalle Dolomiti) dal titolo “An Intimate Evening Of Songs And Stories”, un modo per ripercorrere i 50 della sua lunga e variegata carriera. Il tour segue il suo ultimo album solista del 2016 (“This Path Tonight”) ed è in contemporanea con la recente uscita della sua doppia raccolta dal titolo “Over The Years” 30 brani della sua musica divisi tra versioni da disco ed altri proposti con arrangiamenti diversi ed altri ancora in esclusiva “demo version” (come la mitica “Our House” scritta durante la convivenza con Joni Mitchell), proprio come sono nate.

Nelle 5 decadi della sua storia musicale Nash ha attraversato diversi periodi, Prima quello iniziale con gli inglesi Hollies. Trasferitosi oltreoceano ha incontrato David Crosby, Stephen Stills e poi Neil Young con sui ha dato vita ad un progetto musicale che ha segnato fortemente la storia della musica. Infine la carriera solista, forse meno sotto i riflettori ma ugualmente fortunata e di qualità.

Della musica West Coast lui è sempre stata l’anima melodica, tuttavia, sempre con il suo tratto personale, ha saputo ottimamente mischiare storie, intime e personali con canzoni dal forte impegno politico e di protesta.

Ora a 71 anni continua a proporre con grande entusiasmo la sua musica, girando il mondo cercando il suo pubblico. Ecco cosa ci ha detto in merito ai suoi prossimi appuntamenti italiani.

Che tipo di concerto sarà?

Sarà un concerto acustico in cui mi accompagnano il chitarrista Shane Fontayne ed il tastierista Todd Caldwell che sono anche presenti sul mio ultimo disco in studio. Ripercorrerò la musica dei mie 50 anni di carriera, riponendo le mie canzoni in maniera semplice, intima, proprio come sono state composte, al piano o alla chitarra. Canzoni che la gente ama ascoltare e che piacciono.


Come scegli le canzoni?

So che quando la gente ascolta canzoni come “Our House”, “Teach your children” o “Chicago” è molto contenta e quindi non posso non suonarle. Ma ho scritto anche molte altre canzoni ed ho scelto quelle che preferisco e che ritengo belle ed adatte ad una versione acustica.

Cosa significa cantare oggi quelle composizioni?

Canto queste canzoni con una nuova passione, con uno spirito moderno ma allo stesso tempo rispettando ciò che ognuna è sempre stata e ciò che significa. Avrò suonato “Our house” migliaia di volte eppure ancora adesso ci metto passione e suonarla per il pubblico è sempre emozionate e bello.

Cosa significa stare sul palco e com’è cambiato il tuo modo di starci sopra?

Ho visto tanto pubblico, ho visto il pubblico cambiare, ma ho sempre cercato di essere il meglio per loro. Mi piace dare tutto me stesso ad ogni concerto e vedere sempre il sorriso di chi é lì ad ascoltarmi. Comunque ancora oggi ho bisogno del mio pubblico e di tutto questo.

Pensi che la musica rappresenti il suo tempo?

Si, assolutamente. C’è stato un momento in cui la musica era contro la guerra del Vietnam, oggi racconta altre cose ma è sempre una cronaca di quello che ci circonda.

Quindi pensi che la musica abbia ancora un valore politico e sociale?

Assolutamente sì. C’è un progetto molto interessante che si chiama Childish Gambino che ha scritto un pezzo “This Is America” con un video molto bello che dimostra come la musica abbia, e debba avere, ancora oggi un significato politico, di denuncia e di protesta.

Com’è la musica oggi?

La tecnologia e l’elettronica possono trasformare una brutta canzone in una bella canzone. Quello che deve però fare un artista è scrivere una bella canzone. Non ci sono quindi generi ma esclusivamente belle o brutte canzoni. In questi anni ho molto lavorato sugli archivi di CSN&Y e devo dire di aver ascoltato molta bella musica ma ancora oggi ce n’è, lo ripeto quello di Childish Gambino è un bel progetto, ci ritrovo molto del nostro spirito.


Com’è cambiato il tuo modo di scrivere negli anni?

Molto. Ho composto parecchio materiale insieme ad altre persone, a Crosby a Still a Young ma anche a Joni Mitchel e poi mi sono trovato a scrivere da solo oltretutto in un'America assai differente rispetto a quella del passato.

Nella tua lunga carriera qual’è il periodo preferito?

Sono un uomo fortunato perché per tanti anni sono stato al centro e nel cuore della musica. Non ho però un periodo preferito ma dei momenti che amo particolarmente e che sono anche in fasi differenti della mia carriera, sia da solista che insieme ad altri musicisti. Anche quello da solista è pieno di momenti felici. In generale però ho sempre cercato di fare il meglio per me, per i mie amici, i miei familiari ed il resto del mondo. E questo è forse il risultato più grande della mia carriera.

Cosa conosci dell’Italia?

A parte l'America che è il mio paese e che quindi amo in maniera particolare l’Italia è il mio posto preferito, specialmente Firenze. Amo New York ovviamente ma Firenze è una città incredibile che ti sbatte in faccia la bellezza. E poi adoro Michelangelo, un genio. Insomma è una città incredibile….. Conosco anche le Dolomiti e quindi sono molto contento del primo concerto che farò lì.

Ecco il suo calendario in Italia

30 GIUGNO - VAL DI FASSA (TN) - I SUONI DELLE DOLOMITI 01 LUGLIO - RECANATI (MC) - PIAZZA LEOPARDI 02 LUGLIO - ROMA - CASA DEL JAZZ / SUMMER TIME 2018 I CONCERTI NEL PARCO 04 LUGLIO - PISTOIA - PISTOIA BLUES 05 LUGLIO - MILANO - VILLA ARCONATI

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