HINDI ZAHRA: Un rito musicale alla scoperta di culture e lingue che si intrecciano #HindiZahra
- Redazione
- 10 lug 2017
- Tempo di lettura: 2 min

HINDI ZAHRA
09 luglio 2017
Torino Estate Reale
Torino
Voto: 8
Di Federica Monello
Una calda sera estiva con un cielo che da azzurro diventa di un blu dalle sfaccettature più chiare per le tante nuvole presenti, una piazzetta Reale circoscritta dalla dimora sabauda per eccellenza, un pubblico variegato e attento. Questa la cornice della rassegna musicale Torino Estate Reale, che anima la stagione metropolitana con concerti di artisti nazionali e internazionali.
Una delle ospiti della rassegna è la marocchina Hindi Zahra, che torna a Torino dopo aver diviso il palco del Torino Jazz Festival con Roy Paci poco più di un anno fa.

L’artista è accompagnata da una band variegata e competente, spiccano tra tutti le percussioni e gli assoli di chitarra e tromba. Ogni brano racconta la propria storia che è di volta in volta uno o più strumenti a tirar fuori.
La regina del palco è indiscutibilmente lei, affascinante la sua voce calda ma graffiante e il ritmo arabo incontenibile. Domina la scena e allo stesso tempo compartecipa insieme agli altri componenti, in quello che pare essere un rito più che un'esibizione. La musica e le parole sembrano venire fuori dal suo corpo, miscelano lingue e culture moderne e antiche.
La performance si snocciola tra i pezzi più conosciuti come “Himik Si Mik”, “Beautiful Tango”. “The moon is full” e alcuni pezzi tratti dal suo secondo album “Homeland”. Interessante il brano eseguito dal percussionista: un’ evocazione tribale fatta di eco, sognali e timpani.
I primi pezzi eseguiti vedono un pubblico coinvolto ma a metà, se per le ballate la sedia sulla quale siamo seduti ci fa comodo, quando il ritmo accelera e prende il sopravvento allora la seduta diventa un limite. Di questo se ne accorge il primo chitarrista che ci invita ad alzarci e ad occupare il sottopalco. Da quel momento in poi il concerto si fa sia più intimo che più intenso.

Il contatto che Hindi riesce a stabilire con il pubblico è qualcosa di magico che coinvolge sguardo, voce, movenze, gestualità. Fino a quando per una buona ventina di minuti è come se uno spirito si fosse impossessato del suo corpo e ci avesse donato attraverso danza e musica la conoscenza della persuasiva e affascinante cultura tuareg. Chiude l’inteso live “Stand up”, cantata da tutti in una nuova versione molto energica che fa diventare il ritornello una regola che tutti dovremmo imporre a noi stessi.
Presentazioni della band, inchino come da copione, sorrisi soddisfatti dei musicisti e del pubblico: è un ovation generale. Escono tutti ma lei no, Hindi non vuole andare via dal palco ci dice. Intona sussurrando il refrain di “One love” e noi con lei “One love, one heart”.
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