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IRENE GRANDI & PASTIS: In 4mila per un viaggio dentro di noi (Recensione Concerto) - #IreneGrand

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 24 lug 2017
  • Tempo di lettura: 4 min


IRENE GRANDI & PASTIS

"Lungoviaggio"

23 Luglio 2017

Rock Sul Serio Festival

14^ edizione

Centro Sportivo Comunale

Villa di Serio (BG)

Voto: 9

di Massimo Pirotta

Foto di Chiara Arrigoni

Era l'appuntamento più atteso della nuova edizione di Rock Sul Serio. E le attese non sono state deluse nè sul piano qualitativo nè su quello quantitativo. Lo show che vede come front-woman Irene Grandi è un concerto con tematiche "allacciate tra loro", work in progress e che profuma di Pop (R)Evolution. E' coraggioso, prodigo di emozioni, per nulla scontato e soprattutto attrae in quanto contenitore di sentimenti. E' una profonda riflessione che ti catapulta oltre l'ora e mezza in cui si svolge. Giustamente premiato dal notevole afflusso di pubblico, tanto che lo spazio messo a disposizione non è bastato a contenere tutti. Quindi: grande soddisfazione sul palco, tra il pubblico particolarmente attento e caloroso e nel backstage dopo cinque giorni di intenso lavoro.


Davide Della Valentina, tra i responsabili dell'organizzazione è raggiante quanto con le occhiaie: "La nostra ha sempre voluto essere una rassegna eterogenea, che trascende dai generi musicali, sempre alla ricerca della qualità e di realtà emergenti e di conseguenza con una particolare attenzione alla scena indie. Quest'anno - precisa Davide - abbiamo voluto chiudere con lo spettacolo di Irene Grandi & Pastis perchè si va oltre il solito concerto. A guidarci nelle nostre scelte è soprattutto la passione per ciò che non è convenzionale. Questo appuntamento è reso possibile grazie ad alcuni sponsor e al lavoro volontario. Siamo circa una sessantina - spiega Della Valentina - e quest'anno a darci una mano, seppure in numero esiguo, anche alcuni richiedenti asilo che vivono nella zona. E che grazie all'interesse della Cooperativa "La Comune" svolgono lavori socialmente utili tutto l'anno (pulizia e manutenzione di strade, giardini, ecc.). Siamo gemellati con altri festival ed abbiamo voluto fortemente essere un ecofestival. Nel nostro punto ristoro - conclude Davide - usiamo posate biodegradabili, adoperiamo carta riciclabile, facciamo la raccolta differenziata. Ma veramente e in tempo reale".

La "14^ volta" ha visto le esibizioni di Fuzz Orchestra, Giorgio Poi, Il Pan del Diavolo, Blindur, Liede, C+C=Maxigross e di altri ancora. Mentre nelle passate edizioni avevano fatto tappa qui Motta, Omar Pedrini, A Toys Orchestra, Giorgio Canali & Rossofuoco, Maria Antonietta, Appino, ecc.


"Lungoviaggio" è uno spettacolo interattivo che regala sorprese a gettito continuo, ciò che non ti aspetti, è fortemente stabile nel curiosare tra memorie, geo-realtà, quotidianeità. Una scommessa che sa di movimenti pluridezionali, in cui Irene Grandi si mette a fuoco, "riapre il caso". E' una delle poche in Italia che con alle spalle una ultradecennale e premiata carriera vuole indirizzarsi in percorsi poco frequentati e magari ad un passo dal quasi totalmente inedito. Sulla stessa lunghezza d'onda, con sfumature e approcci diversi ma con la stessa voglia di fare proprie ulteriori intuizioni, di Antonella Ruggiero e/o Nada. Non ci si arrende nè si sta immobili: si rimpolpano repertori, si surfeggia su pentagrammi, ci si autotrasporta con il battito d'ali, si freme nel realizzare schemi trasversali.

Con lei ci sono i Pastis, ovvero Saverio e Marco Lanza. Un project-duo che ha raccolto numerose soddisfazioni sia in Italia e all'estero e che ha nell'interdisciplinità la sua arma migliore. Quindi video fotografici ad adornare e a rendere particolarmente intrigante il live. Visual-art e chitarre distorte, umanesimo ed inaffiamenti electro, rock e foto che hanno immortalato. Immagini come mappe. "Va in scena" anche un divano rosso dove Irene Grandi si siede recitarcantando, scatta nuovamente in piedi e fa espolodere la sua grinta. E come se ciò non bastasse, vengono proiettate le immagini del pubblico "qui e ora" ottenute utilizzando una telecamerina. Un giocoso divertissement da trasformare in incisione visiva. Song By Song: "Roba bella" dove si mette in musica un protagonista atemporale, "Somewhere I Read" sapore transoceanico, "Pezzi d'Italia" fischiettio, impasti di tastiere, persistere ballabile (nonostante tutto), "India" risveglio ed approvigionamenti orientali. "Alle porte del sogno" contraltare alla realtà che appare (ma non è) sono i brani clou di UN CONCERTO CHE VIAGGIA.


E che si avvale di una sequenza di immagini contagiose: giravolte rock'n'roll Anni 50, un frammento di un discorso di Martin Luther King, punti luminosi, negativi di foto, paludi, templi, villaggi ad alta quota latinoamericani, lo sguardo sereno di Tiziano Terzani. Abbinate a liriche che narrano di donne che non sono più tornate, che sono state di parola e che con il vento sono andate. Oppure dell'armonia degli opposti (sole/luna, acqua/fuoco). Di certo, non può lasciare indifferenti un'elaborazione di suoni taglienti e malleabili in egual misura e sempre più delineati verso nuovi orizzonti. A seguire, gettonati brani come "Prima di partire per un lungo viaggio" indelebile fragore pop e "Bum Bum" eseguita come bis che è rombo di tuono in cui interagiscono i genitori di Irene (videoregistrati, "videocatturati"), la folta platea e il terzetto sul palco. E dove tutto diviene canto corale. Alla fine una raggiante Irene Grandi ringrazia il pubblico per "avere viaggiato con noi", sottolinea il fatto che questo spettacolo è stato soprattutto studiato per teatri e altre locazioni al chiuso. Dove la gente sta seduta. Qui invece è incredibile. Tutti in piedi. E alzando un braccio: "Abbiamo conquistato una platea rock, Alè . Boato.


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