JULIE’S HAIRCUT: La maturità sacrale dei Julie’s Haircut (Recensione concerto) #JuliesHaircut #Invoc

JULIE’S HAIRCUT

2 marzo 2017

Locomotiv Club

Bologna

Voto: 7

di Elena Usai

Gli emiliani Julie’s Haircut scelgono il palco del Locomotiv Club di Bologna come prima tappa di presentazione del nuovo disco Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin. La loro storia può essere suddivisa in due fasi: la prima, datata 1994, abbraccia sonorità garage e pop con dischi quali Fever in the funk house e Stars never looked so bright; la seconda intraprende un viaggio più sperimentale e meno orientato verso i porti sicuri della forma- canzone che raggiunge, con quest’ultimo lavoro pubblicato dalla label inglese Rocket, apici di visioni ipnotiche.

Ed è in questa fase lisergica e kraut-rock che veniamo trasportati, partendo dalla quarta traccia “Deluge”, con il sax etereo di Laura Agnusdei che predomina insieme alla voce quasi ritualistica di Giovanardi. Senza timore, cercando di mantenere quell’atmosfera sacrale, sentiamo battere i tamburi della batteria che ci introducono dentro The Fire Sermon, guidati sempre dalla sottovoce di Giovanardi e dalle posizioni serie e concentrate degli altri musicisti (forse un po’ troppo).

Trascorre così un’ora e mezzo di concerto in cui, tra il via vai costante del pubblico, ti rendi conto che sì, i Julie’s Haircut sul palco si snodano con naturalezza mostrando le profonde qualità da polistrumentisti, creando un mood adatto alle atmosfere ipnotiche dell’ultima creazione, suonando anche brani estratti dai dischi precedenti come Ashram Equinox del 2013, ma qualcosa era assente. Il coinvolgimento emotivo che speravo di ritrovare nell’ascolto live era praticamente assente, ciò non toglie che, dopo vent’anni di carriera, mantengono la formula della freschezza assai presente, mostrando disco dopo disco, una maturità sperimentale in continuo divenire.

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