LEVANTE: Sold out a Milano per l’ultima data primaverile (Recensione concerto) #Levante #NelCaosTour
- Redazione
- 17 mag 2017
- Tempo di lettura: 2 min

LEVANTE
Nel Caos Tour 2017
16/05/2017
Alcatraz
Milano
Voto: 7,5
Di Miki Marchionna
Tutto esaurito per il concerto di Levante svoltosi martedì 16 maggio all’Alcatraz di Milano. La cantante alternative pop-rock del momento ha letteralmente conquistato il pubblico meneghino con l’ultima data primaverile del suo “Nel caos tour 2017”, che prende il nome dall'album di inediti di recente pubblicazione intitolato, appunto, “Nel caos di stanze stupefacenti”. Un live intenso, divertente, ma anche contornato di momenti intimi, più personali, in cui Claudia Lagona, nome d’arte dell’artista (classe ’87) ha saputo rapire e affascinare il vasto uditorio.

Poco dopo le 21,30 le luci dell’Alcatraz si spengono, mentre sugli schermi ai lati del palco si materializzano due finestre aperte dai colori cangianti. Il tempo di rimanere ammaliati dalla scenografia, che subito si inizia a saltare sulle note di “Le mie mille me’’. Una partenza diretta, pulita, che lascia subito grande spazio alla musica e che prosegue energicamente con la hit “Non me ne frega niente’’, specchio della società social network-dipendente.
In top e pantalone largo, Levante fa suo lo stage: si muove in modo sciolto, sale, scende, balla e si scatena, trasmettendo energia ai fan. Ma soprattutto canta con vigore e passione a ruota i suoi pezzi “Le lacrime non macchiano’’, “Ciao per sempre’’ e “1996 La stagione del rumore’’. Le immagini di fiori e animali disegnati e trasmessi sui maxi schermi rapiscono e accompagnano la struggente “Mi amo’’, che fa da apripista a una serie di brani più sentimentali come “Sbadiglio’’, “Cuori d’artificio’’, “Diamante’’ e “Lasciami andare’’. Le atmosfere delle canzoni di Levante racchiudono un qualcosa di fiabesco, che ben viene evidenziato nella dimensione dal vivo, mentre il suo canto sembra venire fuori direttamente dallo stomaco, oltre che dal cuore, divenendo viscerale, profondo, battagliero.

A un tratto, l’audio viene intenzionalmente spento, e con accanto il suo chitarrista Levante canta senza microfono. La sua voce è percepibile solo da chi è a pochi metri da lei, perchè il canto dell’intero Alcatraz, ricompostosi per pochi ma eterni minuti, la sovrasta mentre intona “Abbi cura di te’’. La distanza tra l’artista e il suo pubblico è in quest’occasione veramente cortissima.
Ormai in dirittura d’arrivo, la protagonista sfodera “Duri come me’’ e naturalmente il successo che l’ha resa celebre al grande pubblico, “Alfonso’’, con il locale in festa a cantare il ritornello «Che vita di merda…!» in assoluta catarsi. E a proposito di purificazione, la cantante saluta tutti con “Gesù Cristo sono io’’.
Molti hanno definito Levante il fenomeno pop del momento, ma la sua musica va ben oltre quello che può essere considerato o divenire ‘nazionalpopolare’. I suoi brani hanno una forma e una identità marcatamente indie. Se poi piacciono ai più, non significa che debbano diventare automaticamente pop. Esse preservano la loro originale essenza, specialmente quando vengono suonate dal vivo.

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