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LIGABUE: In pieno rock’n’roll made in Italy (Recensione Concerto) #Ligabue #MadeInItalyTour

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 10 set 2017
  • Tempo di lettura: 4 min


LIGABUE

Made In Italy Palasport 2017

09 Settembre 2017

Mediolanum Forum Assago Milano

Voto: 9

di Miki Marchionna

Certe notti la musica è forte, certe notti non si può stare seduti senza alzare le mani e urlare contro il cielo, certe notti Luciano Ligabue riesce a dar spettacolo come pochi riescono ancora a fare al Forum di Assago. Lui, di date in uno dei templi della musica del capoluogo meneghino, ne ha fatte tante, ma quella di ieri 9 settembre, per sua stessa confessione, potrebbe essere stata la più bella. E come dargli torto? Un’energia tangibile e potente quella sprigionata dal cantautore emiliano durante la data di recupero del 5 aprile, posticipata per un problema alle corde vocali, del suo “Made in Italy Tour’’, che sta toccando i palazzetti di tutta Italia.


Ore 21,10. I musicisti fanno il loro ingresso on stage uno ad uno, quasi in sordina, per poi voltarsi e guardare il maxi schermo illuminarsi. Su di esso vengono proiettate in esclusiva le immagini del nuovo attesissimo film di Liga, “Made in Italy’’ (stesso nome del concept album) girato questa estate. L’attacco di chitarre de “La Vita Facile’’ è prorompente. E sul primo riff, ecco fare il suo ingresso il ‘Luciano nazionale’ con in braccio la chitarra. E giù di ovazioni e rock’n’roll con il brano di apertura dell’ultimo disco, seguito da “Mi chiamano tutti Riko’’ e “È Venerdì, non mi rompete i coglioni’’, con tanto di piccolo ensemble di fiati (tromba e due sax). Luciano rimane fedele, quindi, almeno per i primi tre pezzi, alla tracklist dell’album.

Il calore dei fan arriva forte e chiaro e si espande per tutto il forum. I suoi boati e cori fanno tremare la struttura. Ed è solo l’inizio. Prima canzone ‘storica’: con “Ho messo mia’’ Ligabue lascia temporaneamente la sei corde e con in pugno il microfono regala attimi di vera emozione, per riceverne altrettanti quando guardando il suo pubblico da destra a sinistra, dal basso verso l’alto, allarga le braccia, quasi a voler essere investito completamente da quell’affetto.

Il sound è ai massimi livelli, con un particolare riguardo verso le chitarre di Poggipollini e Cottafavi. Parte ritmica comunque equilibrata (il basso un po’ giù di volume) e parole cantate da Liga che non si fanno immaginare o intuire.

Si continua a spingere sull’acceleratore con altri classici come “L’odore del sesso’’, “Happy Hour’’ e “Quella che non sei’’, alternate fra brani più recenti come “G come Giungla’’ e “Ho fatto in tempo ad avere un futuro’’, in cui l’artista percorre la lunga passerella che si estende verso il centro del parterre, stringendo centinaia di mani protese. Tra un pezzo e l’altro non passano più di cinque secondi. Si ha subito l’idea di uno show ben strutturato in cui nulla è lasciato al caso.

Tripudio durante “I ragazzi sono in giro’’. Il Forum si scatena: salta, balla e canta e assieme ad esso anche i musicisti euforici e sinceramente divertiti. È anche questo a fare la differenza durante il live. Le barriere tra il pubblico e i protagonisti sul palco si annientano, divenendo l’uno lo specchio dell’altro.


Si riprende fiato con il primo momento acustico sulle note di “Sogni di Rock’n’Roll’’ e “A modo tuo’’ (canzone affidata a Elisa). Ma l’atmosfera è destinata a divenire ancor più magica con uno dei cavalli di battaglia. Con “Piccola stella senza cielo’’ Liga e la sua band incantano per metà. Il restante lo fanno i cori dei fan, specialmente nella parte finale. Ennesimo giro di passerella per Luciano durante “Questa è la mia vita’’, stavolta assieme a uno scatenato Poggipollini.

Lo scambio di assoli e schitarrate proprio tra quest’ultimo e il suo collega Cottafavi rappresentano il preludio per uno dei pezzi più attesi e folgoranti della serata. “Marlon Brando è sempre lui’’ è da sempre un marchio di fabbrica di Ligabue a cui nemmeno i più timidi o composti possono resistere. Tutti in piedi e il Forum continua a tremare, prima di esplodere definitivamente alla fine di un crescente coro ben orchestrato dal cantante.

«Piccolo viaggio nel tempo. Quando un giovane dalla provincia emiliana si affacciava sui primi palchi italiani, si usava fare il ‘famigerato’ momento acustico. Detto così è un po’ alla Fantozzi – scherza Luciano – fatto sta che ancora adesso, nel 2017, ve lo beccate».

Sono trascorsi ventisette anni da “Non è tempo per noi’’, eppure questo brano sembra impreziosirsi e maturare col tempo, specie negli arrangiamenti. Liga e la sua band sono ora alla fine del lungo corridoio, stretti e abbracciati dalle note e da persone di tutte le età: moltitudini di ventenni, tantissimi quarantenni con figli al seguito e persino qualche over 60. E sulle ultime battute, arriva alle loro spalle l’assolo di sax, volto a impreziosire il momento e la canzone stessa. “Lambrusco e Pop Corn’’ in versione acustica è l’ennesima chicca della serata, tutto cassa, chitarre e fiati al termine.


Tuttavia, il finale con Ligabue non può che essere ‘elettrico’. Luciano fa un lungo saluto all’insegna del rock partendo dall’immancabile “Balliamo sul mondo’’, a cui seguono “Tra palco e realtà’’, “Certe notti’’ e la catartica “Urlando contro il cielo’’.

Sempre più raramente un artista, seppur di grande fama, è in grado di generare un ‘terremoto umano’ a livello sia fisico che emozionale. Ligabue è uno di quei pochi che ancora riesce in questa non facile impresa. Due generazioni di affezionati fan che si stringono attorno a un artista che, a più di 50 anni d’età suonati in pieno rock’n’roll, è capace con le sue canzoni a lasciare il segno nelle loro vite e nel panorama musicale made in Italy.


 
 
 

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