LITFIBA: Siamo una band attenta al sociale (Intervista) #Litfiba #Eutòpia #EutòpiaTour
- Redazione
- 1 apr 2017
- Tempo di lettura: 4 min

LITFIBA
Eutòpia Tour
Parole a caldo appena scesi dal palco
Intervista
di Luca Trambusti
Un album da promuovere dal titolo Eutopia, ma anche una lunga carriera da ricordare. Passato e presente si mischiano in questo show di grande impatto.
Oltre al tour appena partito la band ha rilasciato un nuovo singolo “Maria Coraggio” con relativo video, il tutto dedicato a Lea e Denis Garofalo, due simboli e vittime (la madre Lea ha pagato con la vita, la figlia Denise vive sotto protezione) della lotta alla mafia.
Di questo e dello spettacolo abbiamo incontrato Piero Pelù e Ghigo Renzulli appena scesi dal palco del Forum di Milano (31/03/2017) mentre il tanto pubblico presente al concerto stava uscendo soddisfatto da ciò a cui aveva assistito.
I due musicisti erano adrenalinici (“ora sono sciolto – dice Pelù – ma sento giù i muscoli che si stanno indurendo”), gasati dalla risposta avuta da Milano e dai tanti che li hanno applauditi durante il concerto.
Ecco le loro parole.
Così a caldo, cosa pensate di questo concerto?
Ghigo: Mi sono divertito, sto sudando ancora molto ma sono soddisfatto
Pelù: Pensiamo di aver suonato bene. Devo sentire la registrazione per capire cosa abbiamo realmente fatto. Ma siamo contenti anche se qualche errore c'è di sicuro.
E il pubblico di Milano?
Pelù: Milano non ha mai tradito, la Lombardia non ha mai tradito e questa sera c'è stato un grande scambio di energie. Il pubblico ha ballato, cantato e pogato. Questo è il pubblico di Milano. Il luogo del concerto è per noi la cattedrale pagana del rock dove si svolge una liturgia. Ci piace avere un rapporto critico ed ironico verso tutte le liturgie che ci circondano, non solo quelle della chiesa ma anche dell'islam, della politica italiana. Noi durante il concerto bombardiamo tutto questo.

Come avete costruito la scaletta?
Pelù: Costruire tutto il concerto è stato difficile, abbiamo fatto 5 mesi di lavoro.
Ghigo: Abbiamo anche cambiato il tastierista e questo ha significato un lavoro difficilissimo. Per una rock band significa rifare tutti i suoni.
Pelù: La scelta della scaletta è stata ancora più difficile abbiamo selezionato 23/24 brani tra una selezione di 60 che sono un sesto di quello che abbiamo composto. C'è uno o due brani per ogni disco da “Desaparecido” e 6 brani dall'ultimo
Molte canzoni hanno un tema forte.
Pelù: Due canzoni sono dedicate a chi combatte le mafie, sono un giusto tributo a chi lotta. Una è dedicata alle vittime di tutti i terrorismi. L'attentato al Bataclan è stato l'elemento scatenante ma non vogliamo dimenticare i morti di Kabul, Bagdad e della Siria ed ovunque in Europa e no.
E' un momento difficile per Europa e non a caso lo è. Usa e Russia lavorano per distruggerla, sia con le migrazioni e la guerra. L'Europa è sotto attacco e lo dico perché credo nell'Europa unita ma non quella delle banche
Colpisce molto il lavoro fatto sul palco dal batterista
Pelù: Luca Martelli è con noi dal “Trilogia tour”. L'ho visto suonare con Giorgio Canali, ho avuto un flash ed ho pensato subito a Ringo (primo batterista della formazione prematuramente scomparso nel 1990 ndr). E' simile per spirito ed approccio alla musica.
Luci e la grafica del videowall hanno un ruolo importante. Avete contribuito a realizzarli?
Pelù: Sì, c'é tanto di nostro, anche se poi il lavoro è stato fatto da un nostri uomo di fiducia. Ci sono molti messaggi in quello che si vede: c'è Cobain che appare sulle note di “Lo Spettacolo” perché fu scritta quando era appena morto: Kurt è stata l'ultima grande vera rockstar che ha saputo dare un nuovo linguaggio al rock.
Durante “El Diablo” scorrono tanti volti noti....
Pelù: Erdogan, Assad, Putin, Trump, Berlusconi.... tanti diavoli

Durante “Regina di Cuori” avete invitato il pubblico femminile a mettere in mostra le tette. Noi dalla platea non sappiamo cosa è successo. Ce lo raccontate?
Pelù: Ci sono state stasera diverse reginette ma non una vera regina di cuori. A Padova non è andata male ma a Livorno è stato il massimo.
Ghigo: Però devo dire che quella 4^ che mi è arrivata sul palco prometteva bene!!
Alla luce di quello che abbiamo sentito stasera vi configurate sempre più come una band “politica”?
Ghigo: Al limite attenti al sociale più che alla politica. In altri tour siamo stati anche più espliciti su politica ora puntiamo più al sociale.
Pelù: Siamo una band a tutto tondo. Ci sono ragioni e temi sociali politici, psicologici ma anche di amore e di rapporti umani. Non si può essere solo univoci. Noi abbiamo un ruolo pubblico, è nostra abitudine tendere a costure una società migliore e lo facciamo attraverso la musica. Se tutti proprio tutti, ognuno nel suo settore, si comportassero così, si starebbe meglio. Ci vuole più coraggio.
Cosa significa per voi stare sul palco?
Pelù: E' la nostra droga. Ed è così: euforia tutte le sere che suoniamo. Comunque “Eutòpia” è un concetto, un posto dove si sta bene. Ecco il palco è la nostra Eutòpia

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