top of page

LO STATO SOCIALE: Stanno tornando sul palco (anche se per poche volte). E vogliono dire da che parte

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 9 mag 2018
  • Tempo di lettura: 5 min


LO STATO SOCIALE

Nuovo singolo e da giugno breve tour estivo

Un'Estate In Vacanza Tour

INTERVISTA DI LUCA TRAMBUSTI

Foto Giuseppe Palmisano

Sembravano essere spariti, forse travolti dal loro stesso tormentone “Una vita In Vacanza” con cui hanno sbancato il post Sanremo. Ed invece alla vigilia dell’estate Lo Stato Sociale torna con un nuovo singolo e l’annuncio di una manciata di date live. Questo il calendario:

8 giugno – Carroponte – Milano

4 luglio – Sherwood Festival – Padova

11 luglio – Flowers Festival – Collegno (TO)

13 luglio – Rock in Roma – Ippodromo delle Capannelle

14 luglio – Eremo – Molfetta (BA)

Come mai siete spariti? Vi siete presi un periodo di riposo?

No. Dopo Sanremo è uscito il disco poi abbiamo fatto il tour nelle Feltrinelli incontrando il pubblico. E’ una cosa a cui teniamo, ci piace il contatto con la fan base. Ed inoltre abbiamo fatto parecchie ospitate in Tv. Poi abbiamo rotto e ci siamo rotti a sufficienza le scatole. Abbiamo allora dato autonomia al singolo e ci siamo concentrati di più sugli impegni personali e professionali, il che ha fatto sgonfiare l’attenzione su di noi, Per allentare la pressione di Sanremo abbiamo fatto piccolo un tour di defaticamento in Spagna, una cosa semplice e leggera, come agli inizi.

Nessuna crisi post Sanremo?

No, anzi. Assorbire il colpo del dopo Sanremo tutti insieme è stato meno difficile. La crisi l’abbiamo vissuta prima, lo scorso anno, il 2017 è stato un periodo difficile, complicato, più di quanto appariva.

Abbiamo superato la crisi riorganizzando le dinamiche interne e le amicizie così riusciamo ad essere più solidi e compatti e prevedere scazzi. Ora la forza della banda è comprendere le esigenze dei singoli. Sanremo ha messo alla prova questo sistema mai collaudato che è risultato molto efficace. Noi cinque giocano insieme, non siamo 5 centravanti ma ognuno fa il centravanti quando è il suo momento o quando può, altrimenti lo fa qualcun altro.

Ora tornate con un nuovo singolo “Facile” (il 25 Maggio) ed annunciate un tour di 5 date. Non sono un po’ poche?

Abbiamo dato un segno della nostra presenza. Per il singolo abbiamo reinterpretato il brano in una versione più vicina al live. Dovevamo rimettere in equilibrio la situazione per la mancanza della presenza di Luca Carboni sul palco (Nel disco “Primati” il pezzo è un duetto con il cantautore bolognese). Per quanto riguarda il tour, negli ultimi anni abbiamo fatto un sacco di date belle. Per ora ne faremo 5 poi vedremo cosa succede.


Che tipo di concerti saranno?

Sarà un grande circo, un grosso parco giochi, uno spettacolo bello di cui siamo già orgogliosi prima di iniziare. Ci saranno oltre le due ore di suonato quindi quasi come Springsteen. Un tempo con un sacco di cosa da cantare e da vedere. Sarà uno spettacolo in cui torneremo ad interagire con il pubblico quindi se non amate salire sul palco state a casa.

Quanto sarà vicino al precedente tour?

Con lo scorso tour abbiamo messo in moto la macchina ma non abbiamo ancora raggiunto lo scopo.

Ora grazie anche a quell’esperienza in Spagna abbiamo le idee più chiare per iniziare un tour dello Stato Sociale alla vecchia maniera ma ancora più grosso. Abbiamo l’idea di far succedere tutto ed il contrario di tutto, un’occasione in cui trovi lo spazio per fare il cazzo che vuoi, una vera festa, un inno alla libertà,

Ritornerà quindi anche il canotto?

Ora abbiamo fatto i soldi potremmo scendere tra il pubblico con lo yacht (ridono). Per il canotto ed altre cazzate decideremo all’ultimo. Pensiamo più alla struttura ed ai contenuti non solo a sistemare la scaletta ma a fare un vero spettacolo.

Il mondo indie italiano di cui voi siete tra i maggiori esponenti sta vivendo una bella stagione. Ne siete contenti?

Non può che farci piacere. Per noi, gli amici e collegi è una grande soddisfazione. Finalmente è emerso questo mondo perché c’è stata una rottura di schemi e regole, ci si è slegati da standard ed ora l’ascolto della musica non è più vincolato a logiche di potere culturale. Abbiamo la speranza di sostituire i nomi consolidati che a loro volta attingono da questo bacino di idee ed autori. Ma è anche un momento pericoloso, c’è chi cerca di salire sul carro del vincitore. La controparte è che è facile diventare famosi per cui non si deve cercare l’ hit ma raccontare la vera identità degli autori ed artisti. Comunque noi siamo l’esempio di un gruppo che non è mai passato in Tv o in radio ed ha riempito i palasport. L’indipendenza ed autonomia sono la cifra di questo mondo.

Mondo che si è chiaramente palesato con il concerto del 1 Maggio…..

C’erano tanti artisti sconosciuti al grande pubblico e tutti pensavano ad un fallimento invece erano nomi conosciuti dalle persone e c’era il dato aggregante fatto da tante realtà che raccontavano atmosfere diverse di uno stesso mondo. Il 1 maggio c’è stato un concerto d’atmosfera, aderente alla realtà, a quello che sta succedendo nella musica, c’era aggregazione e partecipazione. E’ cambiata la fruizione della musica: You Tube e Spotify hanno regalato una diversa accessibilità ai brani. Inoltre la polemica sulla musica elettronica sembra incredibilmente vicina e noiosa a quando da ragazzino dicevano che l’elettronica non era musica e lo diceva chi suonava la chitarra elettrica.

E sulle dichiarazioni di Sfera Ebbasta sui due orologi di lusso al polso sul palco cosa dite?

Quelle critiche sono figlie di uno scarto generazionale, critiche che arrivano da chi guarda ai giovani come lo schifo. Sfera era con due Rolex perché i genitori gli hanno detto che è giusto e bello andare in giro con i simboli. Lui vive questa realtà, è un fiera e propria rappresentazione del reale, una foto delle periferie e dei 16/17enni. Non è sbagliato ma una rappresentazione. Occorrerebbe piuttosto un’analisi sociologica del perché esiste una tale situazione, prendiamo in considerazione e critichiamo le ragioni della narrazione dei giovani.

Dal vivo è interessante ed onesto anche se è uno show costruito e finto ma in realtà onesto perché questo chiede questo spettacolo. E’ una rappresentazione pacchiana ma costruita per esigenze di scena; è il bello del kitsch. Rappresenta una fetta ampia e culturale dei giovani in Italia in questo momento.


Voi invece siete definiti “politici”; vi sentite così?

Pensiamo che fare cultura sia un atto politico; hai la possibilità ed il privilegio di parlare a tante persone . Privilegio che ti mette nelle condizioni di rivolgersi a chi dovrebbe capire e sapere che la conoscenza è una salvezza. L’artista è un concentrato di edonismo, essere artista significa metterlo in quel posto al potere perché non hai regole. Attenzione però non intendiamo intrattenimento scemo altrimenti è il vecchio Bagaglino.

Vivere in questo paese ed avere questo privilegio e fare finta che tutto vada bene non è corretto. Devi esporti e raccontare. Anche decidere di non parlare di politica è un gesto politico ma la melassa buonista che avvolge certo hip hop è il suo limite.

Un artista non va valutato solo per le armonia, la melodia e la voce, bisogna sapere cosa pensa e come vede il mondo chi sta cantando. Occorre tenere gli occhi aperti e raccontare il mondo, fuori da un recinto ma prendendo nettamente posizione.

 
 
 

Comments


bottom of page