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MACY GRAY: Il funky soul è di casa con la calda voce della musicista americana (Recensione Concerto)

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 31 mar 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


Macy Gray

MACY GRAY

Stripped Tour

29/3/2017

Alcatraz

Milano

Voto: 8

Di Giorgio Zito


Chi si aspettava un concerto musicalmente orientato sulle atmosfere di Stripped, il recente lavoro discografico con cui Macy Gray ha rivisitato in chiave slow jazzy alcuni classici suoi e di repertorio e che dà il nome a questo tour mondiale, sarà rimasto (piacevolmente) sorpreso da quanto ascoltato all’Alcatraz di Milano, ritrovando la cantante americana in una splendida versione funky soul. Alle 21.20 sfuma "Upside Down" di Diana Ross ed entra la band, una formazione particolare che vede schierati Billy Wes alle tastiere, Tamir Barzilay alla batteria, Jon Jackson a synth e sax e il superbo Caleb Speir al basso, e nessuna chitarra. La scaletta ricalca quasi fedelmente quella proposta nelle altre date del tour, ma con qualche sorpresa.

Si parte con Relating to a Psychopath, e si entra subito nel mood del concerto: una grande voce soul dalle mille sfumature, accompagnata da una band impeccabile, a cui la Gray lascia il dovuto spazio, qui con un bel solo di sax, nel brano seguente con un solo di basso. "Why Didn’t You Call Me", con la successiva "Do Something" sono un uno-due da ko. Lei, sempre molto comunicativa, dialoga e gioca col pubblico (il suo “sexy people”) per introdurre "Caligula", lo conquista con una versione da brividi di "Creep", il capolavoro dei Radiohead, e coinvolge tutti nel coro sul ritornello della blues ballad "Annabelle".


Un bel solo di basso e batteria consente a Macy Gray di fare una pausa di qualche minuto, per tornare sul palco con un nuovo abito per la seconda parte dello show. Si apre con una versione reggae di "She Ain’t Right for You" in medley con "Que Sera, Sera" anch’essa in una bella versione jamaycan style, stessi ritmi usati anche per il suo classico "Sweet Baby". Dal reggae si passa al funky, con la travolgente "Sexual Revolution", aperta da un quasi sermone in cui la Gray, sulle note dell’introduzione, invita all’amore e al rispetto degli altri, e chiusa giustamente in medley con una bella versione di "Da Ya Think I'm Sexy?" (Rod Stewart). Si finisce con un’altra grande hit del canzoniere della Gray, "I try", forse il brano più atteso, in una versione trascinante, in cui fanno capolino alcuni versi di "No Woman No Cry" di Bob Marley.

Un assolo di batteria, a cui si aggiungono le tastiere, apre la strada al bis: Macy si presenta con un lungo abito da sera per salutare il pubblico italiano (questa era l’ultima delle 4 date italiane del tour) con "The Heart" e "My Way": si, proprio quella comunemente detta “di Frank Sinatra” (in realtà adattamento in inglese di "Comme d'habitude" del francese Claude François), in una bellissima versione swingante e funky; di tutte le cover sentite negli anni di questo brano, quella di Macy Gray è senza dubbio la più sorprendente.

Le luci si accendono, la band saluta ed esce, dalle casse parte "Let’s Dance" di Bowie, giusta conclusione di un concerto che è stato un tributo alla musica funky dance e soul. E su tutto spicca la sua voce, quella voce che sembra sempre quasi non farcela, non arrivarci, e poi apre le ali e spicca il volo. Divina.


SETLIST

Relating to a Psychopath

Why Didn’t You Call Me

Do Something

Caligula

Creep

Me With You

Annabelle

She Ain’t Right for You / Que Sera, Sera

Sweet Baby

Sexual Revolution / Da ya Think I’m Sexy?

I Try / No Woman, No Cry

The Heart

My Way



 
 
 

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