MARA REDEGHIERI: Un ritorno tra presente e passato (Recensione Concerto) #MaraRedeghieri #RecidivaTo
- Redazione
- 22 mag 2017
- Tempo di lettura: 4 min

MARA REDEGHIERI
19/5/2017
Hiroshima Mon Amour
Torino
Voto: 7,5
Di Giorgio Zito
Era da quindici anni che aspettavamo di ascoltare di nuovo la sua voce. Non che in questi tre lustri Mara Redeghieri non abbia ogni tanto fatto ritorno sulla scena, ma sempre con impegni più o meno estemporanei.

Ora invece torna con un disco nuovo di brani inediti scritti da lei, e soprattutto con un tour con un gruppo vero e proprio. La prima sorpresa della serata è proprio la band, quattro musicisti ottimi e affiatati (Nicola Bonacini basso, Lorenzo Valdesalici chitarre, Davide Mazzoli batteria, Tiziano Bianchi tastiere e tromba, e l’aggiunta di Stefano Melone ingegnere del suono e produttore artistico del live e dell’album) che non fanno assolutamente rimpiangere gli ex compagni degli Üstmamò.
L’anima del concerto è ovviamente il nuovo disco, presentato praticamente per intero, con l’aggiunta di alcune perle dal canzoniere della vecchia band. Si parte con un terzetto di brani estratti da Recidiva, tra cui il primo singolo, “Augh”, il brano manifesto del nuovo disco, un’ironica visione della nostra società dominata dal denaro e dal consumismo. Subito si viene conquistati dalla sua voce e dalla resa sonora del nuovo album, in cui ritroviamo echi del passato e suoni del presente. Il quarto brano è il primo salto all’indietro nei ricordi, con quella “Cosa Conta” che nel 1998 apriva il disco Stard'Üst. E sorprende come, sia questo che gli altri brani degli Üstmamò inseriti in scaletta, a distanza di più di venti anni, suonino ancora attualissimi.
Negli occhi le si legge la gioia di stare sul palco, con i suoi musicisti, a cantare di nuovo le sue canzoni, tanto da arrivare a dire che cantare per lei è una necessità fisiologica. Si ritorna al nuovo disco con “Romantica Siderale” e “Cupamente”, ed è quest’ultimo il primo high light della serata. La presenta come una filastrocca, in realtà è una violenta ironia verso la società del consumismo sfrenato e del capitalismo. Un brano splendido ed una esecuzione perfetta, che conquista il pubblico. Segue “Nella Casa”, una preghiera laica dedicata alla propria casa, un momento molto toccante e intenso, dove risuonano evidenti echi ferrettiani. Un testo molto personale, come il seguente “Anni luce”.
Con “Canto Del Vuoto” si torna agli anni ’90, precisamente al 1996 di Üst, ed è un altro tuffo al cuore per le tante teste grigie presenti tra il pubblico. Quello degli Üstmamò è un passato che lei stessa non vuole dimenticare. Ammette di aver scelto le sue canzoni preferite, ricordando che “vengo da un mondo precedente, per cui la metà del mio cuore è con loro, e l’altra metà è con questi meravigliosi amici”. E una buona parte della riuscita del concerto lo si deve proprio questi amici, la nuova band, che ha saputo riproporre i vecchi brani facendoli propri, e dandone una veste nuova. Presentando la band, Mara chiede al pubblico se è vero che sono più bravi degli Üstmamò, e il pubblico approva calorosamente. E quando presenta il bassista, dicendo che al suo insistere è dovuto il suo ritorno con un disco di inediti ed un tour, per lui arriva una piccola ovazione.

“Madre Dea”, “STrump” e “Pestifera” ci portano alla conclusione del concerto con “Lieto Evento Finale”, un brano di ventisei anni fa, in una versione splendida, cantata con gioia e passione, e contrappuntata dall’ottima tromba di Tiziano Bianchi: una vera sorpresa. Mara ricorda che il testo fu scritto da Giovanni Lindo Ferretti apposta per lei, e lo definisce uno dei suoi padri spirituali, anche se poi ognuno “ha speso il suo spirito in modo diverso” (e ironizza simpaticamente sulle scelte religiose e artistiche di Ferretti). In chiusura, saluta soffermandosi ancora sul passato e sul senso della ripresa di alcuni brani: “io amo tutto quello che ho fatto sia con Giovani che con gli Üstmamò, questo non è un concerto nostalgico, l’unica nostalgia che mi sostiene è quella del canto e della musica che a volte se ne va, perché non sempre le persone possono fare quello che vogliono”.
Il ritorno sul palco per il bis è aperto da Tiziano Bianchi con la sua “Now And Then”, e due brani degli Üstmamò, la bellissima e intensa “Mai Più”, davvero un piccolo gioiello, e la scatenata “100 Pecore e 1 Montone”. Un’altra breve uscita, e si chiude, stavolta definitivamente, con due brani del nuovo album già proposti, due canzoni “dedicate ai cattivi”: “Cupamente”, stavolta con un esecuzione meno perfetta, e “STrump”, velenosa dedica al nuovo presidente degli U.S.A.

Un concerto riuscito, ed un ritorno molto atteso, per il pubblico ma anche per la stessa Redeghieri, che si dichiara felice di tornare dopo quindici anni e “ritrovarvi tutti, il mio pubblico”. Pubblico che più volte ringrazia e omaggia durante la serata, fino ad arrivare a dire di ritenerlo più importante del service: “ci sono musicisti orgogliosi di andare in tour con il proprio service audio. Io vorrei un autobus per andare in tour con il mio pubblico”. Ben tornata, Mara. Quindici anni dopo, quindici volte più brava


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