Matthew Lee: Rock'n'Roll made in Italy
- Redazione
- 15 mag 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Matthew Lee
Live @ Memo Milano
15 Maggio 2015

A dispetto del nome il ragazzo è italianissimo, arriva da Pesaro, la città di Rossini, ma con l'illustre concittadino non ha nulla da spartire se non la frequentazione del Conservatorio intitolato al compositore, i loro ambiti musicali sono distanti quasi 150 anni, con tutto quello che ne consegue. Anche se Matthew Lee non è un'avanguardia, muovendosi infatti al ritmo del classico Rock'n'roll, quello degli albori.
Il giovane pesarese è uno straordinario performer, pianista e cantante innamorato del rock'n'roll, rispettoso degli insegnamenti dei grandi maestri del genere ed abituato a stare sul palco. Per promuovere il suo nuovo disco dal titolo “D'Altri Tempi” si sta esibendo in una serie di concerti di lancio, spesso, come nel caso di Milano di cui parliamo, da solo con il suo pianoforte senza l'ausilio di una band.
Capelli impomatati, look irreprensibile, Matthew Leee ci riporta negli anni '50 riproponendo scatenati rock'n'roll suonati con grande perizia tecnica, qualche virtuosismo, presenza scenica e partecipazione.
Sotto le sue dita, che volano letteralmente sui tasti del piano, prendono “corpo” i classici di Jerry Lee Lewis, Fats Domino e tanti grandi pianisti che hanno contribuito alla leggenda del r'n'r'. Poco Elvis perché come dice il pianista “nelle sue canzoni di piano ce n'è poco” ed ecco allora Carl Perkins, Ray Charles ed una carrellata di grandi nomi.
A mostrare quale sia il suo livello di bravura e le sue origini come strumentista Matthew fa un gioco in cui mischia il passato del Conservatorio e le composizioni classiche con il più moderno r'n'r': Beethoven e Jerry Lee Lewis uno affianco all'altro senza soluzione di continuità, in un lungo medley.
Il pesarese non è solo un abile pianista ma anche un abile e divertente performer, capace d'intrattenere il pubblico con piccoli siparietti parlati, di coinvolgerlo nelle performance oltre che dimostrare la sua abilità tecnica suonando con i piedi ed al contrario, disteso sotto il piano.
Un'oretta di concerto vitale, fresco e coinvolgente. Gli unici momenti deboli sono le sue composizioni o meglio quelle in cui il puro r'n'r' delle tradizioni si mischia con il pop moderno e sopratutto inciampa nei testi in italiano. E' altresì vero che le liriche originali in lingua inglese non brillano per poetica ma sentire l'italiano su un pop'n'roll lascia un po' a desiderare. Un maggior rigore in questo senso gioverebbe (artisticamente parlando)
Voto. 7,5
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