MUSICA NUDA: Quattro corde e una voce per una dimensione quasi onirica (Recensione Concerto) #Musica
- Redazione
- 27 set 2017
- Tempo di lettura: 3 min

MUSICA NUDA
26 settembre 2017
Teatro Parioli
Parioli Sounds
Roma
Voto: 8
Di Francesca Amodio
Buona anche la seconda per il primo Music Festival dello storico teatro capitolino Parioli, che dopo l’inaugurazione affidata a Hindi Zahra, con Gabriella Martinelli in apertura, continua con successo questa interessantissima rassegna musicale che per l’occasione ha trasformato il teatro in un godibilissimo club che ben si presta all’ascolto dell’accurata selezione di artisti targata Leave Music che per quasi un mese allieterà il pubblico della Capitale, da Artù, Nouvelle Vague, Aeham Ahmad, passando per Moseek, Elisa Rossi, a Rachel Sermanni, fino alla chiusura con Lucio Corsi.
Stasera un pubblico particolarmente attento e caloroso accoglie uno dei sodalizi musicali italiani più seguiti della musica leggera italiana degli ultimi anni, i Musica Nuda, che di anni insieme ne compiono ben quindici, corredati di ben dieci album.
A dare vita ai Musica Nuda sono l’Avion Travel Ferruccio Spinetti al contrabbasso e la cantante Petra Magoni, che stasera ripropongono alla platea capitolina alcuni brani tratti da “Leggera” (Warner 2017), la loro ultima fatica composta interamente da inediti in italiano, ma che non mancano di deliziare gli accanitissimi fan con eccezionali brani di repertorio quali le splendide rivisitazioni di “Paint it black”, “Ain’t no sunshine”, “La voce del silenzio”, “Roxane”, “Come together”, “Dont worry be happy”, tanto per fare qualche nome.

Ad aprire il concerto un appassionante duo toscano, gli INK TREES, alias Enrico Messina al violoncello e Matteo Ratti alla voce e alla chitarra, che quantomeno sulla scelta di una strumentazione essenziale percorrono il sentiero battuto dagli illustri colleghi per i quali scaldano il palco, e che tra rivisitazioni di pezzi memorabili quali “Space Oddity” e “Tutto quello che un uomo” ed un paio di inediti in inglese, dimostrano una compattezza ed una maturità nella realizzazione delle intenzioni di sicuro densa di personalità, considerando gli appena tre anni di vita del duo.
Chi oramai sul legno del teatro ci ha fatto il callo è il navigato contrabbassista Spinetti e l’amabile Magoni, che rappresentano un vero ed autentico unicum della scena italiana contemporanea attuale: l’affiatamento, il feeling e l’intesa fra i due musicisti è parte assolutamente integrante dello spettacolo in questione, godibile non solo per le orecchie ma anche per gli occhi.
L’abilità delle dita sapienti di Spinetti e l’immensità della voce della Magoni, che gli aggettivi a disposizione nella grammatica italiana faticano a descrivere con le sole sillabe, sono lo sposalizio musicale perfetto di questa coppia artistica davvero fenomenale, che ha saputo rileggere i capolavori della musica italiana e mondiale con una classe, una riverenza ed una potenza che molte e molti possono tranquillamente invidiare alla divina dote canora di Petra Magoni: a tratti l’artista pare letteralmente posseduta dal sacro fuoco dell’arte, che le fa regalare a Roma una performance impeccabile ed indimenticabile, da costanti e permanenti brividi misti a pelle d’oca.

Il perfezionamento in musica antica, illo tempore, regala alla cantante pisana quella “luccicanza”, direbbe Kubrick, che nasce dalle corde vocali, passa per gli occhi e arriva fino a tutte le persone rapite dalla straordinaria voce di Petra, racchiusa in corpo agile e longilineo e declinata lungo una personalità irriverente ed istrionica, attoriale ed anche divertente.
Non hanno davvero bisogno di orpelli i Musica Nuda, bastano quattro corde e una voce fuori dal comune per catapultare il pubblico in una dimensione quasi onirica e ultraterrena che trova la sua akmè in due pezzi particolarmente intensi, “Lei colorerà” e “Ti darò”, che vede sul palco la presenza dell’autore Luigi Salerno, del quale si apprezza una voce bella e calda.
Un rinfrancamento per le orecchie e per l’anima sono concerti di questo genere, in cui protagonista assoluta è la sola musica in tutte le sue colorate sfaccettature, e che fortunatamente per noi fa volentieri a meno di inutili e vani orpelli, regalando solo la sua pura e limpida essenza.
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