PACIFICO + NERI MARCORE': Canzoni e sentimenti. Comicità e risate
- Redazione
- 25 feb 2016
- Tempo di lettura: 3 min
#Pacifico+#NeriMarcorè – Mosche
SanteriaSocialClub – Milano Release: 24 Febbraio 2016
Voto: 6,5

Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, è uno dei migliori autori dell'attuale panorama musicale italiano. Ha scritto per moltissimi interpreti (e non) ed ha realizzato, dopo la fine dell'esperienza con i Rosso Maltese, una manciata di dischi di bellissima fattura.
La sua scrittura, sia per i testi che per le musiche e melodie, è delicata, ricercata, ma mai accademica o presuntuosa. Il suo modo di scrivere pare rispecchiare la sua personalità ma non è così. Gino ha una buona verve comica ed ironica ed è in grado di fare battute molto divertenti.
Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, è nato a Milano nel 1964. Nella frenetica Milano piena di speranze e di nebbia degli anni 60. Cresciuto alla periferia della città ha sempre avuto la capacità di osservare il mondo con il suo sguardo che mischia poesia ed ironia.
Tutto questo lungo preambolo serve per raccontare lo spettacolo che Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, sta portando in giro in questo periodo e che prende la mosse da un libro di racconti, ricordi ed appunti (collezionati in tanti anni) che s'intitola appunto “Le Mosche” pubblicato qualche tempo fa per i tipi di Baldini & Castoldi.
Nella versione spettacolo di quel libro Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, mischia aneddoti, storie e letture del libro con riletture delle sue canzoni con la sola chitarra acustica ed un'imponente base elettronica che “riempie” molto la scena musicale.
Nelle parte “teatrale” emerge la sua capacità attoriale ed interpretativa ed anche la sua vis comica e la sua vena ironica. E' però una parte molto intima, delicata, quasi sussurrata. La sua comicità è in punta di penna, intelligente e garbata ma non per questo meno efficace. Su tutto poi le sue canzoni che non catturano certo per la potenza sonora quanto per la loro intensità e bellezza linguistica ed interpretativa.
Lo spettacolo inizia così: con Gino De Crescenzo, in arte Pacifico, solo sul palco (con una bella scenografia fatta di piccole sculture) a raccontarci queste sue storie e ricordi (di una vecchia Milano e della sua adolescenza e preadolescenza) che introducono (tematicamente) le canzoni.
Poi tutto cambia: sulla scena irrompe Neri Marcoré. Lo fa cantando una canzone ma poi prende tutti gli spazi dello spettacolo. Ovviamente di fronte alla comicità del marchigiano Pacifico “sparisce” si riduce ad un tentativo di fare da spalla al debordane (ma bravissimo Marcorè). Neri sta sul palco da grande artista con battute a raffica, improvvisate, con tempi comici impressionanti e dietro ai quali Pacifico fa fatica a stare. La sua è una comicità più dirompente, muscolare, diretta.
Dall'arrivo in scena del secondo protagonista tutto cambia e tutto si perde, le storie non ci sono più e diventa un divertente (molto divertente) spettacolo comico in cui anche le canzoni si allontanano. Ed al loro posto arrivano le risate e tanta improvvisazione
In due ore si assistono ad altrettanti spettacoli: uno (più corto) in cui sono i sentimenti e l'ironia a dominare, l'altro (più lungo) in cui la presenza scenica di Marcorè sposta il tutto sulla risata. Il collegamento tra le due parti è flebile, possono essere le canzoni ma con Neri in scena Pacifico entra in un cono d'ombra, così come le sue canzoni ed interpretazioni (spesso sono in due a cantare). Un po' più di interazione si ha nel lungo bis quando il comico decide di scrivere una canzone insieme al musicista che si accoda alla forza comica di Marcorè senza tuttavia riuscire a recuperare il terreno.
Uno spettacolo teatral/musicale molto divertente in cui si ride con gusto e piacere ma che è sfilacciato, con poco equilibrio tra i due protagonisti e molto sbilanciato verso il comico.
Restano comunque le belle canzoni di Gino De Crescenzo, in arte Pacifico.
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