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PAOLO BONFANTI CIVIL RIGHTS BAND WITH ALEX GARIAZZO: Musica per i diritti (Recensione Concerto) #Pao

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 5 dic 2016
  • Tempo di lettura: 3 min


Paolo Bonfanti e Kid Gariazzo foto di Giorgio Zito

PAOLO BONFANTI CIVIL RIGHTS BAND WITH ALEX GARIAZZO

3/12/2016

Teatro Ambra

Alessandria

Voto: 7,5

di Giorgio Zito

La Civil Rights Band è la formazione ideata da uno dei migliori bluesman italiani, Paolo Bonfanti, coadiuvato da Alex Gariazzo, chitarra e voce della Treves Blues band, Roberto Bongianino alla fisarmonica, Nicola Bruno al basso e Alessandro Pelle alla batteria, per uno spettacolo che ha come tema le lotte per i diritti civili degli anni sessanta, raccontate attraverso le canzoni dell’epoca e le immagini di repertorio proiettate sul maxi schermo.

Un concerto che racconta una storia, quella della lunga marcia per i diritti civili, che dagli anni sessanta arriva fino a oggi, e che inizia con uno dei grandi classici dell’epoca, Chimes of Freedom di Bob Dylan, eseguita mentre sullo schermo scorrono le immagini del processo Eternit, e al centro del palco campeggia il tricolore con la scritta “Eternit Giustizia” che da anni viene esposto su finestre e balconi della città di Casale Monferrato.


Dylan ovviamente è uno degli autori più ripresi della serata. Suo è il secondo brano, quasi un inno per la generazione dei giovani americani degli anni sessanta,

The Times They Are A-Changin'. Sempre dal vastissimo canzoniere del neo premio Nobel per la letteratura arrivano Blowin' in the Wind e I Shall Be Released, usata per chiudere il concerto. Tutti brani che Bonfanti and band ripropongono in maniera originale, pur senza stravolgerli.

Scelte più inaspettate sono invece quelle di He Was a Friend of Mine, brano tradizionale qui ripreso nella versione dei Byrds, e If I Had a Hammer di Pete Seeger, padre del folk americano, le cui immagini ricorrono sullo schermo, insieme a quelle delle proteste degli anni’ 60, dalla marcia per i diritti civili di Martin Luther King nell’agosto del 1963, alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Dal repertorio di Seeger arriva anche We Shall Overcome, ancora oggi brano simbolo dei movimenti per i diritti civili. Colpisce come molte di queste canzoni, scritte più di mezzo secolo fa, siano ancora così attuali, come quella How Can A Poor Man Stand Such Times And Live, scritta nel 1929 per raccontare la grande depressione americana, brano di un’attualità sconcertante. Si integra alla perfezione in questa scaletta anche l’unico brano originale di Bonfanti, il rock blues di Black Glove, che ricorda la protesta degli atleti neri alle Olimpiadi del Messico del 1968, con il pugno chiuso alzato nel guanto nero al momento di ricevere le medaglie.


La musica black rappresenta buona parte della serata, essendo anch’essa parte integrante delle lotte peri diritti civili. Fa così la sua comparsa una notevole versione di People Get Ready (di Curtis Mayfield) cantata splendidamente da Alex Gariazzo, che si supera nel classico di Sam Cooke, A Change Is Gonna Come. Sullo schermo le immagini ripercorrono le grandi lotte di quegli anni ed i momenti cruciali, come l’assassinio di John F. Kennedy, ricordato con il brano blues President Kennedy's gone too long di Sleepy John Estes. Sorpresa della serata, l’ospite Martino Coppo dei Red Wine, uno dei migliori mandolinisti folk italiani, oltre che grande conoscitore della musica americana, che sale sul palco per una bella versione del classico gospel dei primi del ‘900 Swing Low, Sweet Chariot, che grazie al suo mandolino si trasforma in un travolgente country rock.

Il concerto si chiude con una versione da applausi di Long Time Gone (di David Crosby) in cui le due chitarre di Bonfanti e Gariazzo fanno scintille scambiandosi gli assoli, e la fisarmonica di Roberto Bongianino riproduce il classico suono dell’organo hammond. La band torna sul palco per due bis, accompagnata di nuovo da Martino Coppo al mandolino, per eseguire prima il classico I Shall Be Released, e poi una versione travolgente, quasi da festa, di Pay Me My Money Down, che lascia spazio per gli assoli di tutti i musicisti, compresa l’ottima sezione ritmica di Nicola Bruno al basso e Alessandro Pelle alla batteria.

Una serata di grande musica, che ha fatto ripercorrere al pubblico la lunga marcia per i diritti civili, dalle lotte degli anni ’60 (la marcia di Martin Luther King e le proteste contro la guerra in Vietnam) a quelle di oggi (dal Movimento 15-M degli Indignados in Spagna a Occupy Wall Street a New York): una marcia che evidentemente non è ancora finita.

Formazione:

Paolo Bonfanti , Nicola Bruno, Alessandro Pelle , Roberto Bongianino, Alex Gariazzo, Martino Coppo


 
 
 

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