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PLANET FUNK: Una musica che sfugge al tempo e al rincorrersi delle mode #PlanetFunk

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 8 lug 2017
  • Tempo di lettura: 2 min


Planet Funk

PLANET FUNK

07 Luglio 2017

Porta di Roma Live Music

Roma

Voto: 8

Di Francesca Amodio

Terzo appuntamento della rassegna “Porta di Roma Live Music” 2017, che dopo gli ottimi successi dei live di Michele Zarrillo in apertura e di Fabio Concato, ospita stasera i Planet Funk, nostrani anche loro a dispetto del nome, e Roma li accoglie altrettanto animatamente.

Reduci da un’ottima performance sul palco del Primo Maggio di Piazza San Giovanni infatti, i Planet Funk ricevono dal pubblico capitolino un’accoglienza davvero calorosa e numerosa, a testimonianza del fatto che la buona musica viene ricordata e apprezzata anche se l’ultimo disco risale oramai a ben sei anni fa (“The Great Shake”, Universal Music, disco che segnò l’entrata nella band del nuovo cantante Alex Uhlmann), anche se non si pullula di passaggi radiofonici né tantomeno televisivi, e anche se non si fanno talent – show.


Attivi dal 1999, i Planet Funk sono uno dei vanti italici per ciò che riguarda la cosiddetta “alternative dance”, e stasera lo ridimostrano e lo confermano alla grande: certo, a sentirle oggi le sperimentazioni fra sintetizzatori e campionature che hanno reso sopraffini anticonformisti i Planet Funk quasi due decenni fa, a tratti possono risultare datate o anacronistiche, fatto sta che la fusione fra il rock e la musica pop rimane ancora un’ancora più che salda di questa band davvero fortissima, che mantiene una presenza sul palcoscenico ancora notevole e che fa sempre scatenare, oggi come allora, un pubblico che stasera è particolarmente trasversale – dagli affezionatissimi, oramai più che adulti, ai piccini – con brani che hanno fatto la storia del genere in questione, dalla mitica “Who Said”, interpretata da Dan Black dei The Servant, in forma smagliante stasera, a “Stop Me”, da “Static” a “Lemonade”, da “Another Sunrise” a “We – People” e molti altri.

Un live davvero esplosivo, potentissimo ed energico quello capitolino dei Planet Funk, che nonostante gli anni conservano quello smalto di personalità che non passa mai di moda, fatto di passione, energia e vigore, e che soprattutto ha fatto meritare ai Planet Funk, sempre con gran diritto, l’etichetta di musica di qualità, nonostante – e questo è un loro vanto – etichettare la loro produzione, così mutevole negli anni, con influenze che vanno da The Alan Parsons Project ai Daft Punk, passando per Chemical Brothers e King Crimson, sia così amabilmente complesso.

Sperimentazione e ricerca di un suono eterogeneo pur nella sua chiave di lettura coerentemente creativa infatti, sono solo alcune delle parole chiavi per analizzare la vasta produzione dei Planet Funk, che, come dimostrano a Roma stasera, hanno prodotto da sempre una musica che sapientemente sfugge al correre del tempo e al rincorrersi delle mode, concentrandosi piuttosto sulle sfumature di un genere perennemente coinvolgente e soprattutto resistente ad effimere tendenze.


 
 
 

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