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POOH: il loro primo San Siro apre il lungo addio

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 13 giu 2016
  • Tempo di lettura: 5 min


Pooh -Live

San Siro Milano

10 Giugno 2016

Voto: 7,5

Dopo una lunga gestazione è arrivato a compimento il sogno dei Pooh. Il tour “Reunion – L'Ultima Notte Insieme” è un progetto al quale la band stava lavorando da un paio d'anni ed ora tutto si è messo definitivamente in moto. Con questo tour i Pooh festeggiano i 50 anni di carriera (seppure con formazioni differenti e nessuno degli attuali membri è stato tra i fondatori) ed il contemporaneo e definitivo (?) scioglimento della formazione. Per il duplice appuntamento i “sopravvissuti” e storici componenti della band (Red Canzian – basso – Roby Facchinetti – Tastiere – Dodi Battaglia – chitarre) hanno riportato a bordo anche membri passati negli anni nei Pooh richiamando il batterista Stefano D'Orazio (uscito nel 2009) e Riccardo Fogli (il vecchio bassista) uscito nel 1973 e sostituito da Red Canzian. Il risultato è un'inedita formazione che sale sul palco insieme per la prima volta. E lo fanno in occasione del loro “primo San Siro” mai infatti in 50 anni i Pooh avevano affrontato lo stadio milanese.



Un insieme di elementi che hanno dato un sapore particolare a questo concerto milanese al quale il pubblico ha risposto molto bene con due sold out. In realtà questo è il primo passo di un lungo addio. L'idea iniziale infatti prevedeva due concerti di saluto negli stadi: uno a Milano ed uno a Roma. A questi si sono aggiunti dapprima un secondo San Siro, poi una data Messina, a seguire tre date in settembre all'arena di Verona per una festa piena di amici. Perchè poi fermarsi? Ed allora ecco il tour autunnale nei palasport e, ultimissima novità, un concerto definitivo il 31 dicembre in luogo da definire. Tutto con l'intento di arrivare per la fine del 2016, con un lungo declivio, verso la chiusura di 50 anni di carriera che, per stessa ammissione della band, non poteva essere così brusca. Ma non è ancora finita. Il concerto di Milano è stato ripreso e verrà in ottobre pubblicato in DVD/CD mentre Canale 5 in settembre (data da definire) metterà in onda le riprese sempre del concerto di Milano sotto la regia di Roberto Cenci. Sarà forse anche un cercare di restare ancora per qualche tempo attaccati ad un pezzo di storia della musica italiana. Perchè questo, piaccia o no, sono, o meglio bisognerebbe dire sono stati!!!, i Pooh


Dopo questa lunga introduzione vediamo cos'è accaduto sul palco dello stadio milanese, cos'hanno proposto i 5 agli oltre 50.000 accorsi in ogni serata. Aggiungiamo anche che il live è sempre stato un elemento importante per i Pooh, un'opportunità in cui proporre la propria musica ma soprattutto un'occasione per unire le sette note con la tecnologia. E questa unione è pienamente rispettata anche in questa occasione. Un palco imponente quello che usa la band per esibirsi, un tripudio di luci ed immagini che accompagnano le 50 canzoni in scaletta per un totale di 2 ore e 45 di musica. Un repertorio che esplora il percorso dei Pooh, che ne racconta i 50 anni di musica includendo il primo singolo e terminando con “Ancora Una Canzone” il nuovo inedito singolo (in contemporanea lo stesso giorno in rotazione radio) (autori Facchinetti e D'Orazio).

Lo spettacolo inizia con una lunga ed ipnotica introduzione con immagini su un video che scandiscono la numerazione da 1 a 50. Poi una nuvola di fumo nasconde l'entrata in scena della band mentre sullo stadio il buio non è ancora totale (inizio puntualissimo alle 21,00 per chiudere tassativamente entro le 00,00). Il primo brano è “Giorni Infiniti” del 1987 tratto dall'album “Goodbye”. I scena manca ancora Riccardo Fogli. Si continua con “Rotolando Respirando” dall'omonimo album del 1977. La scaletta è divisa per blocchi tematici, con le relative canzoni. Ogni serie è introdotta da una breve parte parlata. Su “Banda nel vento”, la prima del secondo blocco, entra anche Riccardo Fogli, la cui presenza in scena non é continua. Si cimenta anche in brani che non ha mai cantato ma prevalentemente a forte “vocazione” melodica. Tra questi l'inossidabile successo “Piccola Katy” (1968) che arriva presto in scaletta. La versione è molto '60 con una forte eco beatlesiana e chitarre scintillanti.

Con il calar del buio si amplifica anche la componente “scenografica” con imponenti giochi di luce ed immagini che scorrono sui video. Quelli a lati del palco rimandano prevalentemente le immagini del concerto, mentre alle spalle dei musicisti scorrono visuals dal forte impatti visivo ed immagini di repertorio.

Il concerto scorre senza soluzione di continuità, interrotto solo dagli interventi parlati e tutto sottolineato dagli applausi del pubblico. Il quarto blocco è uno dei momenti più interessanti del concerto, che si “occupa” del periodo dedicato al “Progressive Rock” degli anni '70. Sono sei tracce di grande impatto sia musicale che visivo. E' il momento in cui arrivano i raggi laser, immagini bellissime scorrono sugli schermi e la musica è potente e coinvolgente. E' il momento di quel periodo della carriera dei Pooh più vicino alla musica rock più che pop. Solo un brano (“L'Aquila ed il Falco”) è del 2010, gli alti sono pubblicati tra il 74 ed il 79, conseguenti all'arrivo nella band di Red Canzian che ha portato la sua precedente esperienza “progressive” nella band (peraltro anche il babbo di Laura Pausini fece un provino per ricoprire il ruolo di bassista lasciato libero da Riccardo Fogli). Qui il livello spettacolare ed il tasso di energia sale a buoni livelli.

Il successivo blocco è invece quello più melodico, nazional popolare, che punta alle corde del sentimento anche affrontando argomenti “scabrosi” per l'epoca, caratteristica che va riconosciuta come elemento portante dell'intera carriera del gruppo (divorzio, omosessualità, terrorismo ed ambiente hanno sempre fatto parte delle tematiche dei testi dei Pooh scritti da Valerio Negrini che durante il concerto viene anche ricordato con delle immagini). E' un blocco molto lungo, acustico, intimo con un crescendo sonoro. E' il blocco di “Alessandra”, la famosa “Uomini Soli”, “Notte a Sorpesa” ed altre canzoni “delicate”.


Ma subito dopo con la 31esima traccia si tocca l'apoteosi del concerto. E' il momento di “Parsifal” brano dall'omonimo album del 1973, capolavoro di progressive rock che per l'occasione i Pooh eseguono in una magistrale versione. Luci, laser, fumi, fuochi, immagini di vetrate gotiche sugli schermi, colori e chitarre elettriche che dialogano con le tastiere il tutto unito in un lunghissimo momento di grande musica rock. E', soprattutto per chi ha apprezzato i Pooh anni '70, il momento topico del concerto. Un vero capolavoro.

Poi il concerto prosegue tra i tanti brani dei Pooh in diversi stili, divisi in blocchi, che includono il rock e vere hit rimaste nell'immaginario collettivo. L'ultimo blocco è quello dei maggiori successi, in un crescendo con il pubblico che canta e balla, tra giochi di luci, la scritta Pooh illuminata che “esplode” sopra il palco e tanti trucchi scenici. Spettacolo e canzoni storiche (su tutte “Noi due nel mondo e nell'anima”, “Non siamo in pericolo”, “Chi fermerà la musica” e “Pensiero”) chiudono il concerto. Il tutto termina con una pioggia di coriandoli sulle note nel nuovo singolo inedito “Ancora Una Canzone”).

Quasi tre ore di spettacolo che i 5 in scena conducono con un ritmo pazzesco, nonostante anni ed acciacchi. Una grande professionalità li ha sempre caratterizzati (oltre ad una grande disponibilità e simpatia umana). Nella loro lunga carriera hanno fatto tanto, tante cose diverse, cavalcando stili e momenti dissimili tra loro. Tutto questo ha contribuito a renderli una band di grande successo, amata dal pubblico e che ha saputo resistere per 50 anni sempre vivendo il successo (e mai subendolo).

Quest'ultimo tour lunghissimo è uno spaccato della musica leggera italiana, del pop rock (a volte rock pop) che alterna momenti esaltanti ad altri meno piacevoli. Questo perchè non esiste un' unico “mondo Pooh”. Ognuno troverà il suo periodo di massimo piacere, epico ed a cui si affezionerà maggiormente. Un modo per salutare i “tanti pubblici” dei Pooh che hanno a fattor comune l'amore per le loro canzoni.


 
 
 

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