ROCK BAZAR: Piccole grandi storie di rockstar (Recensione) #RockBazar #MassimoCotto #CristinaDona
- Redazione
- 8 nov 2016
- Tempo di lettura: 4 min

ROCK BAZAR
Masimo Cotto, Cristina Donà, Marco Carusino
27/10/2016
Teatro Comunale
Alessandria
Voto 7.5
di Giorgio Zito
Si apre nel modo migliore la stagione del rinato Teatro Comunale di Alessandria, dopo sei anni di chiusura forzata a causa di inquinamento da polvere di amianto, dovuta ad un maldestro intervento di bonifica. Ed il compito di questa importante inaugurazione è andato allo spettacolo / concerto Rock Bazar di Massimo Cotto, il più vulcanico dei giornalisti musicali italiani, che sta attraversando un periodo di fertilità creativa incontenibile, dal teatro alla radio ai libri (ultimo uscito, un bellissimo volume su Leonard Cohen), oltre a ricoprire la carica di Assessore alla Cultura al Comune di Asti.
Dopo il fortunato Chelsea Hotel con Mauro Ermanno Giovanardi, Massimo Cotto riprova la strada del teatro di narrazione, sull’onda del successo del programma radiofonico Rock Bazar, diventato prima un libro in due volumi (VoloLibero Edizioni) e poi spettacolo teatrale. Dai mille episodi raccontati in quei due volumi, qui ne vengono scelti dieci, conditi da molti altri piccoli e grandi aneddoti
A fare da spalla questa volta è Cristina Donà. Scelta interessante quella di affidare ad una voce e sensibilità femminile la riproposizione di questi brani, scritti prevalentemente da maschi, cosi come maschi sono le rockstar di cui si narrano le gesta, essendo il mondo del rock un mondo altamente maschilista.

Cristina Donà, una delle più belle voci femminili del rock d’autore italiano (già Targa Tenco per il suo disco d’esordio nel 1997, dal quale riproporrà in chiusura di serata il brano Stelle Buone), fa da collegamento tra i racconti di Cotto, riproponendo brani degli artisti citati. Ma non sono semplici cover, la Donà scava dentro le canzoni tirandone fuori l’anima, emozionando il pubblico tanto quanto i racconti di Cotto divertono.
Sparpagliati sul palco dieci sgabelli colorati, con appoggiati dieci dischi rigorosamente in vinile, segnano le dieci stazioni di questo viaggio negli eccessi del mondo del rock. Dieci capitoli come i dieci comandamenti, però ribaltati e rovesciati di senso, partendo dall’assunto che le rockstar sul palco, davanti alle folle adoranti, si sentono Dio, e spesso, purtroppo, anche giù dal palco.
Sono storie che i devoti del dio pagano del rock conoscono molto bene, inframezzate da aneddoti divertenti e spesso inediti per chi non ha già letto i due libri. Leggende del rock, storie vere o presunte tali, o diventate tali nella storiografia del rock, dove spesso realtà e leggenda, appunto, si confondono.

Si parte con una versione splendida di Heroes di Bowie, e non poteva essere altrimenti, visto che in fondo si parla di uomini diventati eroi, magari solo per poco, grazie alla loro arte. In questa storia del rock troviamo John Lennon che predice la sua morte in una intervista rilasciata pochi giorni prima del suo assassinio, seguita da una versione acustica di Lucy in the Sky with Diamonds,
Jimi Hendrix e Neil Young che perdono l’aereo e rubano un camion per arrivare a Woodstock appena in tempo per il concerto che consacrerà Jimi, il trafugamento della salma della stella nascente Graham Parsons, le stranezze dei grandi batteristi, da Charlie Watts a Keith Moon, il patto col diavolo di Robert Johnson, l’apparizione, dopo anni di totale scomparsa, del diamante pazzo Syd Barret nella sala di registrazione dei Pink Floyd proprio mentre registrano un brano a lui dedicato, la morte di Jim Morrison ed il suo fantasma, e qui parte un versione da brividi di The End.

Per arrivare fino ai tempi più recenti, ed alla scomparsa di Jeff Buckley nelle acque del Mississippi, racconto a cui Cristina Donà non può che far seguire Hallelujah di Leonard Cohen, che molti tra i più giovani hanno conosciuto proprio grazie alla versione di Buckley.
Si chiude però con un esempio positivo: l’amore esclusivo e totale di Johnny Cash per la moglie June Carter Cash, amore durato fino all’ultimo istante dell’ultimo giorno della sua vita, e con una bellissima versione di Ring of Fire. In questo mondo di eccessi popolato prevalentemente da maschi, c’è posto anche per due autrici, e sono due dei momenti più intensi dello spettacolo, quando Cristina Donà propone una versione toccante di Gracias a la Vida di Violetta Parra, e quando esegue Dancing Barefoot unendola alla sua Stelle Buone.
Il piacere di raccontare, che porta Cotto anche ad aggiungere aneddoti non previsti nel copione, ci conduce in racconto appassionante, che attraverso le vite e gli eccessi di questi geniali artisti, molto spesso tanto potenti sul palco e nell’arte quanto deboli nella vita, ci fa scoprire anche il loro lato più umano. E la voce di Cristina Donà in questo gioca un ruolo fondamentale, riportando alla pura essenza canzoni che hanno fatto la storia della musica.
(ma non tutti: Janis Joplin fare l’amore con dieci mila persone e poi tornare in albergo da sola)
di Massimo Cotto
con Massimo Cotto – voce narrante
Cristina Donà – voce e chitarra
Marco Carusino - chitarre
Coordinamento scenico - Paola Farinetti
Disegno luci - Andrea Violato
Fonica – Lorenzo Caperchi
Scenografie a cura di Capellino Design
Virgin Radio è partner dello spettacolo
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