SAMUEL: Canta il suo codice della bellezza (Recensione Concerto) #Samuel #CodiceDellaBellezzaTour #A
- Redazione
- 29 nov 2017
- Tempo di lettura: 3 min

SAMUEL
Codice Della Bellezza Tour
28 Novembre 2017
Alcatraz Milano
voto: 7 ½
Di Miki Marchionna
Ritmo elevato, elettronica, trap music, momenti pop e acustici, che fanno da base a testi in grado di raccontare aspetti e situazioni anche quotidiani della vita, ma in chiave personale, introspettiva, alle volte claustrofobica e sintetica.
Sono questi gli elementi che compongono il Codice della Bellezza Tour di Samuel. Il frontman dei Subsonica, che ha intrapreso una carriera solista a partire dal 2016, ha aperto le porte del suo mondo musicale a centinaia di spettatori del club milanese, portando in scena per oltre un’ora e mezza un live dinamico e coinvolgente.

Le luci si spengono alle 21,30. L’intro elettronica funge da passerella per Christian “Tozzo” Montanarella, batterista dei Linea 77, e Ale Bavo (LNRipley) al Synth. Stop. Sono loro a comporre la parte strumentale. Poi l’atmosfera si tinge di rock grazie ai decisi colpi di batteria, per poi ricomporsi sulle prime note pop di “Rabbia’’ all’arrivo dell’artista torinese col suo inseparabile cappello. Seguono “Il Treno’’ e “Più di Tutto’’, con la quale si cambia nuovamente dimensione, stavolta pop dance. E il pubblico si scrolla lo ‘sbattimento’ di inizio settimana per smuoversi un po’.
«In realtà dovete sapere che questa data di Milano non era neanche presente all’interno di questa tournée perché eravamo già stati qui pochi mesi fa – spiega Samuel – ma abbiamo insistito perché volevamo assolutamente essere qui questa sera. In questa città ci sono tantissime persone che hanno lavorato all’album “Il Codice della Bellezza’’. Questa festa è anche per loro».
Che il cantante sia anche il frontman dei Subsonica, lo si sa. Molte sonorità ricordano quelle della band. Tuttavia, appare chiara l’intenzione di Samuel di esprimere e raccontare in musica il suo mondo e le sue esperienze. Da “Niente di Particolare’’ a “Qualcosa’’, definito come «il pezzo più triste del disco», il cantautore mette allo scoperto il suo cuore, nel bene e nel male dei suoi sentimenti.
Per Samuel è la giusta occasione per ripescare dal suo passato, brani ideati per i suoi colleghi musicisti. È il caso di “Costa Poco’’, scritta per Stefano Fontana (Stylophonic), riproposta in chiave anni ’90. Spazio anche alla cover portata alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, “Ho Difeso il Mio Amore’’ dei Nomadi.
E dal pianoforte elettronico, Samuel si sposta al limite del palco imbracciando una chitarra acustica. Ha inizio il momento più suggestivo del concerto. “La Luna Piena’’, canzone scritta assieme a Jovanotti durante una notte in metropolitana a New York, catapulta tutti in un universo urbano (lo si avverte anche dalle immagini di grattacieli e strade sul maxi schermo) freddo, in cui è facile sentirsi soli, ma estremamente romantico. E sul finale, giù di distorsore con la sei corde.

Si ritorna al clima più pop e danzereccio con la hit sanremese “Vedrai’’, seguita da “Dea’’, “Come una Cenerentola’’ e da un accenno de “La Statua della Mia Libertà’’. Poi, l’artista stoppa tutto e racconta con ironia: «Dovete sapere che questo brano non mi era molto simpatico. Mi ricordava “Despacito’’. Era rimasto fuori dall’album, ma i miei discografici mi hanno ‘intimato’ di inserirlo». La canzone, quindi, può ripartire.
Samuel tira fuori dal cilindro un ukulele e “Un Grande Sole’’, scritta per Giuliano Palma, oltre a un pezzo inedito non incluso nella tracklist dell’album che, forse, troverà posto in un disco live: “Il Rischio’’.
«Non posso tralasciare il mio passato musicale, in cui ovviamente ci sono i Subsonica – racconta – in quest’ultimo anno ne ho sentite di tutti i colori. Noi stiamo ancora bene insieme e tra l’altro siamo al lavoro per scrivere un nuovo album. Mi sembrava brutto proporre i pezzi più rappresentativi senza di loro visto che siamo ancora una band. Così, ho scelto di recuperare le canzoni che raccontavano più me».
Si apre, quindi, il sipario sulla parte più ‘nostalgica’ del live con tre pezzi direttamente dal mondo Subsonica, solo Samuel, piano e chitarra: “Dentro i miei vuoti’’, “Lasciati’’, “Dormi’’ e la frenetica “Momenti di Noia’’, quest’ultima suonata nuovamente con batteria e synth.
Chiusura affidata a “Voleva un’anima’’ e il brano che dà il titolo all’LP “Il Codice della Bellezza’’.
Non un concerto del cantante dei Subsonica, ma di Samuel. Un live dalla identità piuttosto forte per le canzoni proposte, composto da più momenti musicali e simpatici preamboli con gli spettatori. Chiaro, variopinto e personale: è questo il codice della bellezza di Samuel.
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