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SAMUEL: Ottima la prima de “Il Codice Della Bellezza” (Recensione Concerto) #Samuel #IlCodiceDellaBe

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 12 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min


Samuel

Foto: Elisabetta Riccio

SAMUEL

“Il Codice della Bellezza” Tour

11/05/2017

Hiroshima Mon Amour

Torino

Voto: 8

di Federica Monello

Nella vita i cambiamenti possono essere di poco conto o stravolgenti, i secondi sono quelli che arrivano quando decidi di rischiare. Proprio il rischio è quello che ha voluto correre Samuel Romano, il cantante dei Subsonica, mettendo in cantiere il progetto solista de “Il Codice della Bellezza”. Un album che sicuramente ci piace di più suonato sul palco, complice la scelta azzeccatissima della formazione. Il debutto sul palco dell’Hiroshima, è stato ottimo. Non sembrava davvero di assistere ad una prima. Una sala pienissima ha accolto la band formata da Tozzo, direttamente dai Linea 77, alla batteria e un multitasking Ale Bavo.


Nel buio ci accoglie la batteria e poi la parte elettronica che introduce sul palco Samuel e parte “Rabbia”. La risposta del pubblico è immediata, cantano tutti e lo fanno con pezzi come “Il treno”, “Più di tutto” e via via anche gli altri. Samuel quasi per ogni pezzo fa la spola tra il microfono a centro palco e il piano. “La risposta” parte proprio così con solo piano e batteria, ma quando entra in gioco il basso diventa una bomba.

Umilmente Samuel ammette che il disco solo non basta a fare un live completo, così ha scelto di presentarci dei pezzi che ha scritto per altri artisti. Spicca “Costa Poco”, presentata con un arrangiamento anni Novanta che ricorda il sound che circolava nei nostalgici Murazzi, come ci dice il cantante stesso. Un carillon electro più il piano per “La luna piena”, che ci fa tornare al disco. Si vede subito dai canti e dall’entusiasmo del pubblico che “Vedrai” è entrata nel loro cuore. Viene presentato anche un inedito, “Il Rischio” che però non convince. Pescando tra i vecchi testi scritti per altri e con l’ukulele in mano è il momento di “Un Grande Sole” che a metà esplode con sonorità dubstep, bella sorpresa.


Quel momento che tutti aspettano, compreso Samuel, arriva. È il momento di affrontare il discorso Subsonica, parlare di una pausa di riflessione “sentimental-musicale” può far male, ma va fatto. Il passato va raccontato e quando questo è fatto di lunghi e intensi anni, non puoi dimenticarlo, puoi solo presentarne la tua versione. La versione di Samuel dei Subsonica pesca brani dai primi album, spogliati di tutto come “Dentro i miei vuoti” eseguita solo voce e piano, mentre la mirror ball gira nostalgica e proietta le sue luci su di noi. Rinasce invece la vecchissima “Momenti di noia” introdotta da “Jump Around” degli House of Pain e potentissima negli arrangiamenti noise. Il live si chiude con “Il codice della bellezza” dedicata al pubblico che è stato bello e partecipe.

Buone le luci e i visual, che ci descrivevano l’immaginario delle storie raccontate. La struttura del concerto e le sue varie parti sono risultate ben fatte. Le tre anime: rock di Tozzo, elettronica di Ale Bavo e pop-cantautoriale di Samuel si sono amalgamate bene.

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