STEFANO BOLLANI: Canta, recita, suona ed intrattiene. Un perfetto one man show (Recensione Concerto)
- Redazione
- 15 ott 2017
- Tempo di lettura: 2 min

STEFANO BOLLANI
14 ottobre 2017
Piano Solo
Teatro Colosseo
Torino
Voto: 9
di Federica Monello
Simpatico, talentuoso, didattico, ironico, professionale: Stefano Bollani sul palco è così. Ti trovi davanti non solo un virtuosissimo pianista ma che un amante della musica che gioca con gli strumenti, con le composizioni, gli autori e la storia della musica. Lo spettacolo Piano Solo, ti rapisce per due ore e ti fa ridere, emozionare, ancheggiare, anche se la poltrona ti asserraglia, partecipare e ti educa. Questa ultima componente dello spettacolo è la più magica, ti fa conoscere cantautori italiani passati che non sono noti ai più. Oppure scopri storie di teorici della musica, che inventando teorie sulla modernizzazione delle composizioni classiche, diventano il pretesto per Bollani di farci ascoltare Beethoven.
Piano Solo è diviso in due momenti, la prima parte vede il pianista eseguire pezzi suoi e di altri autori come Rossini o vecchie canzoni della tradizione italiana della canzonetta. Difficilmente riesce a stare incollato allo sgabello, ogni parte del suo corpo compartecipa al movimento delle note che dal piano inondano il circostante e le persone. Sul palco insieme ad un nero ed elegante pianoforte a coda c’è anche una tastiera dal sapore vintage. Come niente fosse il pianista destreggia tra i due strumenti suonandoli contemporaneamente affidandosi al principio dell’indipendenza delle arti. La prima ora scorre tra una serenata di Rossini in “Il barbiere di Siviglia”,un brano brasiliano, e alcuni dei suoi lavori sia passati che recenti. Divertente e critica “Microchip” (estratta dal suo ultimo album solista “Arrivano gli Alieni”) che racconta la storia di un papà napoletano che per avere l’attenzione dei suoi figli e per controllarli decide di ricorrere ad un microchip.

La seconda parte dello spettacolo inizia con la richiesta di brani dal pubblico che poi Stefano metterà insieme in un medley irriverente e coinvolgente. Il pubblico propone 14 brani differenti tra loro da “Jeeg Robot d’acciaio” a Paolo Conte, del quale ci presenta una divertentissima imitazione. Coinvolgente e bellissima “Je so’ Pazzo” di Pino Daniele. Per il momento educativo venato sempre di ironia ci presenta la tecnica narrativa di Fosco Maraini, la metasemantica. Ci recita così il “Lonfo”una delle poesie contenute in “Gnòsi delle fànfole” per poi cantare “Gnacche alla formica” di Fosco Maraini. Il momento più esilarante è quando ci fa conoscere la storia e le canzoni di un cantautore poco conosciuto, Duccio Vernacoli. L’autore toscano traduceva in fiorentino alcuni dei pezzi internazionali più famosi dei suoi tempi, da “Strange in the night” che diventa “Foresti nella notte” a “My way” e “I Will survive”. Dopo due ore di spettacolo coinvolgente esce dalla scena, ma il pubblico lo richiama e lui ci saluta con un ultimo pezzo “Mattinata” del compositore Ruggero Leoncavallo. Piano Solo è musica, recitazione, improvvisazione, ironia e Stefano Bollani è un perfetto one man band show creativo e coinvolgente.
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