STEVE WYNN & CHRIS CACAVAS: Due amici, la loro storia e la loro musica (Recensione Concerto) #St

Redazione
13 nov 2018
Tempo di lettura: 3 min

STEVE WYNN & CHRIS CACAVAS

09 Novembre 2018

Sala Teatro Estense

Ferrara

Testo e foto di Giorgio Zito

Voto: 7,5

I percorsi artistici di Wynn e Cacavas si sono intrecciati più volte nel corso di questi 30 anni. Due musicisti che hanno contribuito a rifondare i canoni del rock americano, in un periodo, gli anni ’80, in cui da più parti il genere veniva dato per morente. Le loro lunghe carriere hanno visto i due musicisti impegnati su più fronti: Cacavas (tastierista e chitarrista) ha contribuito a creare il suono di quella grande band che furono i Green On Red, proseguendo poi con collaborazioni importanti che sono arrivate fino a suonare con i Dream Syndicate di Steve Wynn nel loro tour del 2017. Steve Wynn, oltre che voce, autore e leader dei Dream Syndicate, è parte dei Gutterball, di Danny And Dusty e dei The Baseball Project con Peter Buck dei Rem. Un canzoniere, il suo, molto ampio e di qualità elevata, che gli consente di modificare buona parte della scaletta ogni sera, senza paura di scontentare il pubblico. Il tour acustico che li vede attualmente impegnati insieme nasce quindi non solo da una vicinanza di passioni musicali, ma anche da un rapporto di sincera amicizia. Rapporto che i due artisti lasceranno intravvedere più volte durante la serata, scambiandosi sorrisi e battute tipiche della complicità tra amici.

Il concerto è diviso in tre parti distinte, e il compito di aprire la serata è affidato a Cacavas, con un set di sei brani, in cui si alterna tra la chitarra, l’armonica e la sua tipica tastiera rossa con il suono filtrato. Bravissimo musicista, Cacavas si è dimostrato anche molto bravo a scaldare la platea e preparare il pubblico per l’amico Steve.

Il secondo set vede impegnato il solo Wynn con la sua chitarra elettrica. L’inizio è sorprendente, con uno dei suoi cavalli di battaglia, “Anthem”, dal disco d’esordio da solista, che apre un set molto bello e convincente, che in sei canzoni passa al vaglio alcuni dei momenti più importanti della sua carriera: dai dischi solisti (con “Anthem” e “Shelley's Blues pt.2”) ai lavori con i Dream Syndicate, rappresentati qui con un brano dall’ultimo disco post reunion (“Filter Me Through You”) e uno da quel disco capolavoro che fu “The Days of Wine and Roses” (“That's What You Always Say”).

Il set si chiude con una splendida e arrabbiata versione del classico blues “See That My Grave is Kept Clean”. Ascoltati in questa versione scarna, dai brani emerge l’anima poetica e da folksinger di Wynn, più che quella del rockers.

Il terzo set è probabilmente anche il più atteso: Cacavas raggiunge l’amico sul palco, i volumi si alzano e la serata prende quota. Molto belle le versioni di “Glide” e di “The Ambassador Of Soul” (brano che li vide collaborare anche sul disco dei Miracle 3). Bravissimo Chris nell’ impreziosire i brani dell’amico, quando con la sua tastiera ricrea i suoni dell’organo hammond in “My Midnight”, o quando viaggia tra i suoni seventies e l’elettronica in una “How Did I Find Myself Here” dal ritmo spezzato, a tratti quasi funky. Sorprende la delicata ballad “Carolyn”, suonata in punta di dita e cantata quasi sottovoce. Splendida la chiusura di concerto con “Boston”: una versione acustica e rallentata del classico dei Dream Syndicate, impreziosito dalle armonizzazioni di Cacavas, che si incendia nel finale.

Quattro bis accompagnano il pubblico alla fine della serata: per i primi due Steve Wynn è di nuovo da solo con la sua elettrica, e propone due bellissimi classici del suo repertorio: “Sweetness and Light” dal repertorio solista e “When You Smile”, ancora dall’esordio dei Dream Syndicate. Quindi rientra Cacavas sul palco, e i due amici chiudono il concerto con un brano particolare, tratto dal disco “The Lost Weekend” di Danny and Dusty del 1985, “Baby We All Gotta Go Down”.