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TAMINO: Buona la prima in Italia. Una piccola stella è nata (Recensione) #Tamino #ArciOhibo

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 17 nov 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


TAMINO 15 Novembre 2018

Circolo Ohibò

Milano

Testo e foto di Giorgio Zito

Voto: 7,5

Il nome di Tamino girava da qualche tempo tra gli addetti ai lavori, come di una futura promessa. Paragonato ad artisti quali Jeff Buckley e Asaf Avidan, il cantautore belga di origini egiziane arriva a Milano per il suo primo concerto italiano, ed è quindi l’occasione giusta per verificare da vicino quanto di buono si è letto ed ascoltato fino ad ora sul suo conto.

Tamino arriva all’Ohibò preceduto da un hype inconsueto per un cantautore esordiente: nel giro di poche settimane, di lui hanno scritto non solo i magazine specializzati, ma anche molti settimanali generalisti, e particolare attenzione gli hanno riservato quelli femminili, cosa che ha portato a Milano una folla eterogenea per età e genere, che ha riempito in pochi minuti il piccolo club milanese.

Appena salito sul palco, il giovane cantautore (22 anni appena compiuti) dà subito l’impressione di essere timido e sinceramente sorpreso dall’affetto e dal calore dimostrato dal pubblico, sorridendo imbarazzato ad ogni complimento che riceve tra un brano e l’altro. Mentre canta, però, non lascia trasparire alcuna insicurezza, anzi, sembra completamente a suo agio e padrone della situazione, anche in una occasione particolare come questo concerto in solo, senza l’apporto della band. Accompagnato solo dalle sue tre chitarre (due elettriche e una dobro), suonate sempre in stile fingerpickng, propone una scaletta breve, vista anche l’esiguità del suo repertorio costituito da un E.P. ed un L.P., ma molto intensa.


Tamino ha dato prova di possedere ottime qualità vocali, passando con semplicità dai toni più bassi al falsetto, per l’uso del quale, a volte, forse potrebbe ricordare effettivamente Jeff Buckley, ma il paragone non è perfettamente calzante. Il cantautore belga, benché molto giovane, ha dimostrato di possedere già una sua specificità e originalità, che gli deriva certamente anche dall’ambiente diverso di provenienza, così come dalle sue radici culturali.

Un concerto che è stato solo un piccolo assaggio, dodici canzoni per 75 minuti molto belli, con alcuni picchi di intensità emotiva notevoli, su tutti quando in chiusura ha proposto quella “Habibi” con cui ha iniziato la sua avventura nel mondo discografico. Arrivato alla fine del concerto ancora sorpreso e stupito dalla calorosa accoglienza, Tamino si dichiara letteralmente senza parole (I really have no words, this is fantastic), imbraccia ancora una volta la chitarra per un bis non previsto in scaletta, e saluta con una promessa: tornerò più presto possibile.

Aspetteremo quindi il ritorno del giovane talento con la band per un concerto completo e una vera e propria prova del nove, ma la sensazione, uscendo dal locale, è stata quella di aver assistito probabilmente alla nascita di una nuova, giovane, piccola stella del firmamento musicale.

Doveroso infine fare i complimenti agli organizzatori e ai gestori del Circolo Ohibò, che si sta confermando sempre più come una delle venues milanesi più interessanti ed attente a ciò che si muove di nuovo nella musica.

Set list:


Persephone

Sun May Shine

Each Time

Cigar

Verses

Tummy

Chambers

Indigo Night

w.o.t.h.

Habibi

Every

 
 
 

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