top of page

THE BLASTERS: Il rock’n’roll si fa duro e convince. (Recensione Concerto) #Blasters

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 6 mag 2018
  • Tempo di lettura: 3 min


THE BLASTERS

4 maggio 2018

Cinema Teatro Macallè

Alessandria

Voto: 7,5

di Giorgio Zito

Foto: Massimo Tartara

C’era molta attesa tra gli appassionati di rock alessandrini per questa serata. I Blasters mancano da tanto in Italia, ed in provincia di Alessandria non capitano spesso occasioni per vedere dal vivo degli artisti che hanno fatto la storia del rock.


L’inizio del concerto è puntuale, dopo circa quaranta minuti di ottimo rock a cura dei sempre bravi Mandolin Brothers, una delle poche vere rock band italiane, che l’anno prossimo compirà quarant’anni di carriera, esattamente come i Blasters.

Iniziano subito, senza presentazioni, con una serie di brani rock‘n’roll scatenati, in cui spicca la chitarra solista e la potenza e precisione della sezione ritmica, ma ancora di più sorprende la voce di Phil Alvin. Se all’ingresso sul palco il fisico del cantante Phil Alvin appare minato dal passare degli anni, o forse dalla vita da rocker, quando attacca a cantare la voce è sempre quella, pulita, squillante, sicura. Perfetta anche la band, sia la sezione ritmica degli originali Bill Bateman alla batteria e John Bazz al basso (all’epoca definita una delle migliori sezioni ritmiche del rock americano), che il nuovo chitarrista Keith Wyatt.

Non c’è scaletta sul palco, ma pare che i Blasters la sappiano a memoria. Non serve neanche accordarsi tra un brano e l’altro, basta un “one two three four” e partono come una molla caricata al massimo. Il riff micidiale di “Long White Cadillac” apre le danze, e si entra subito in un vortice di rock n’ roll che ci riporta indietro nel tempo per venti minuti, per un set di sei brani consecutivi che si chiude con la scatenata di “Well Oh Well”. Qui arriva il primo highlight della serata: il ritmo rallenta, e parte una bella versione della bluesata “Dark Night”, in cui spicca il bel solo di chitarra di Keith Wyatt, a cui segue “I'm Shakin'”. Il chitarrista dimostrerà più volte durante il concerto di essere all’altezza del ruolo con splendidi assoli e in “Lonely Over You” dà un’altra prova della sua perizia.


Per lo splendido rock blues “Don't You Hear Me Crying For You”, Phil Alvin lascia la chitarra e prende l’armonica, con cui si esibisce in un bel solo nel brano seguente, “So Long Baby Goodbye”. La chiusura del concerto è dedicata ai classici: Alvin, visibilmente contento per l’accoglienza ricevuta, dedica il loro inno “American Music” all’amico Tony Kinman dei Rank & File, scomparso da poche ore, e il brano dà modo a Keith Wyatt di esibirsi ancora una volta in un grande solo di chitarra.

Segue la festaiola “Marie Marie”, che convince anche il pubblico in galleria ad alzarsi in piedi e ballare. Un unico bis, l’infuocata “One Bad Stud” con l’ennesimo scatenato solo di chitarra, chiude la serata.

Chi se li ricordava in versione allargata, con il sax di Lee Allen prima e successivamente del Lobos Steve Berlin, ha trovato stasera dei Blasters in versione più dura e rock, e sempre in grandissima forma, che sono riusciti per 75 minuti filati a divertire il numeroso pubblico accorso a vederli in un locale pieno. Ed è bello vedere come la musica rock, e la buona musica in genere, riesca a ridare vita ad un piccolo locale in una sperduta frazione di una provincia spesso dimenticata dal circuito dei live tour. Onore al merito agli organizzatori e a chi ancora crede nella musica live.

The Blasters

Phil Alvin – voce e chitarra

Bill Bateman – batteria

John Bazz – basso

Keith Wyatt – chitarra solista

Comments


bottom of page