THE KOLORS: funky-rock e contaminazioni elettro a Milano per il fine Tour (Recensione Concerto) #The
- Redazione
- 1 ott 2017
- Tempo di lettura: 3 min

THE KOLORS
30 Settembre 2017
Open Air Theatre Expo
Milano
Voto 8
di Miki Marchionna
Ritmi e arrangiamenti che mixano funk e rock, assoli alla David Gilmour e sintetizzatori: un concerto decisamente eterogeneo quello che i The Kolors hanno tenuto ieri 30 settembre presso l’Open Air Theatre di Experience Milano, il parco sorto nell'ex area EXPO. Gran finale del tour estivo per la giovane band formatasi a Napoli e vincitrice nel 2015 del noto programma televisivo targato Mediaset “Amici di Maria De Filippi’’. Magari chi non li conosce ancora e ha appena appreso che il trio esce da un talent show che strizza decisamente l’occhio alla musica pop di stampo commerciale, avrà già storto il naso. E, invece, nonostante la musica di Stash (cantante e chitarrista), suo cugino Alex (batteria e percussioni) e Daniele Mona (sintetizzatore e percussioni) sia sì anche pop e in alcuni casi ‘danzereccia’, l’attitude dei tre ragazzi dal vivo è decisamente più intensa, rock e funk.

Le luci dell’Opena Air Theatre, una sorta di arena in dislivello circondata da gradoni su due lati, si spengono alle 21. Guardando il palco, colpisce subito il fatto che non venga sfruttata la sua intera lunghezza. Al centro, infatti, vi sono due pareti, una di fronte all’altra, composte da maxi schermi a semicerchio. L’obiettivo, forse, è quello di creare un ambiente piuttosto raccolto tra i tre musicisti, abbracciati dalle strutture. Sullo sfondo, poi, un terzo maxi schermo rettangolare.
I The Kolors fanno il loro ingresso sulle note di una intro dal sapore ‘pinkfloidiano’, che poi sfocia nel brano “Crystallize’’, diretto e travolgente, seguito da “Love’’ e “Twisting’’. La prima impressione è di non essere dinanzi a una band italiana. I testi (tutti) in inglese, melodie moderne e riff trascinanti creano nell’insieme una dimensione di ampissimo respiro dal punto di vista musicale. Si resta sempre nel pop, ma contaminato da rock’n’roll e funky. Un funky, appunto, che trova la sua massima espressione quando la parte ritmica si completa con il basso di Dario Jacuzzi, che raggiunge il trio on stage per darci giù di slap sul ritornello di “Chemical Love’’.

Piccolissimo intoppo per Stash, a cui si rompe una corda: «Adesso abbiamo chi ci cambia la corda e chi mi dà una nuova chitarra, tra l’altro regalata dai nostri fan – spiega il frontman col ciuffo - quando suonavamo nei piccoli club e succedeva una cosa del genere, ero costretto a fare tutto io, mentre gli altri improvvisavano».
“Why Don't You Love Me?’’ è la prima vera hit della serata, cantata a squarciagola sotto il palco dal nutrito gruppo di fangirl, in particolar modo di Stash, da cui a più riprese partiranno cori di «Sei bellissimo…». Il cantante ringrazia e non smette mai di farlo tra un pezzo e l’altro.
I The Kolors, a questo punto, si allontanano dal loro genere dominante, proponendo la super elettronica “What Happened Last Night’’, per poi passare alla ballatona “Dream Alone’’, registrata per l’ultimo disco intitolato “You’’, con i due ex Oasis Andy Bell e Gem Archer. Stash depone la chitarra per la prima volta, allontanandosi dalla pedaliera per sondare i lati dello stage per la scatenata “High’’ e la romantica “Me Minus You’’, durante la quale scenderà dal palco per abbracciare le primissime file.
E quando il bassista torna accanto ai tre, si intuisce che i The Kolors stanno per vestire l’abito che più calza loro a pennello. Prima con “Crazy’’ e successivamente con “I Don’t Give a Funk’’ e “As Cool as Britney’’, si rituffano in giri di chitarra e basso funky-rock estremamente taglienti e convincenti.

In dirittura d’arrivo, Stash accenna «una roba che mi hanno richiesto», ossia il ritornello in italiano di “Assenzio’’, da una collaborazione con J-AX & Fedez, prima di salutare tutti con il successo che li ha lanciati “Everytime’’.
Cala così il sipario sul tour italiano dei The Kolors, che il prossimo anno calcheranno i palchi tedeschi per cinque date. Di grinta e appeal di una band di caratura internazionale moderna (dovuto anche ai testi in inglese) questi ragazzi ne hanno da vendere. Incisivi, efficaci e attraenti quando si divertono a nuotare nelle acque funk e rock con il risultato più ambito e importante per un gruppo: far ballare e cantare il proprio pubblico.
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