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THE MUSICAL BOX La Bella copia dell'originale (Recensione concerto) #TheMusicalBox #GenesisExtra

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 1 nov 2018
  • Tempo di lettura: 3 min


THE MUSICAL BOX

A Genesis Extravaganza

31 Ottobre 2018

Teatro Arcimboldi

Milano

Voto: 6

Di Luca Trambusti

Arrivano dal Canada e sono la tribute band dei Genesis “ufficiale”, nel senso che gli stessi componenti del gruppo si sono sperticati in lodi nei loro confronti e li supportano. Dalla band di Gabriel e soci i The Musical Box hanno ricevuto in dote costumi, immagini e strumenti, tutto per rendere ancora più fedele all’originale, praticamente un clone, il suono che adesso propone questa tribute band.

Da anni i canadesi girano il mondo riproponendo i diversi tour degli originali, ogni volta usando arrangiamenti e trovate sceniche che furono del tempo. In questa occasione però con il tour “A Genesis Extravaganza” si discostano da una riproposizione rigorosamente temporale e spaziano in una sorta di “best of” (che tale poi non è) del lavoro fatto dagli inglesi. Così, via i costumi e le maschere che furono di Gabriel (finché c’era) per viaggiare attraverso il periodo dal 1969 al 1976 ovvero dagli album “From Genesis To Revelation” a “Wind & Wuthering” (secondo album senza Gabriel ed ultimo in quartetto, prima dell’uscita definitiva di Steve Hackett ed il relativo spostamento stilistico verso un pop più da classifica).


Il concerto si apre infatti con un medley che “sintetizza” in maniera strumentale i due album post Gabriel: “A Trick Of The Tail” e “Wind & Wuthering” (entrambi del ’76), per poi continuare, aggiungendo il cantato e riproponendo i singoli brani, concentrandosi su quei due dischi. Si va di seguito a viaggiare tra le composizione del concept album (quindi estrapolando alcuni brani da un contesto ben preciso) “The Lamb Lies Down On Broadway” (di cui propongono quasi tutto il primo disco) e su cui conclude la prima parte dello spettacolo.

Una ventina di minuti e riparte lo show con un tuffo nel passato recuperando “A Place Call My Own” dal disco d’esordio della band. Infatti in questo secondo tempo si viaggia nella parte più remota della discografia dei Genesis: da “From Genesis To Revelation” a “Selling England By The Pound” da cui propongono (per la prima volta nella loro carriera) anche lo strumentale “After The Ordeal”, senza dimenticare nemmeno un album. Sulla lunga coda strumentale di “The Cinema Show” (“Aisley Of Plenty” sulle cui note scorrono le foto dei Genesis applauditissime) si chiude lo spettacolo prima del bis che si concretizza con una lunghissima versione di “The Musical Box” in cui il cantante (Denis Gagné) appare in scena, unica occasione dell’intero show, nel famoso abito da volpe tante volte indossato da Gabriel durante i suoi concerti con la band.

Quello dei The Musical Box è un appassionato tributo ai Genesis, un’occasione per ripercorrere brani che sono scolpiti nei cuori dei fan. Ottimi musicisti (come i Genesis d’altronde, perché suonare così non è certo facile) (anche se qualche errorino e stonatura c’è stato) la band canadese regala la possibilità di risentire delle versioni più possibili e volutamente vicine agli originali, consente a chi non ha potuto, di vivere uno show di una band assai amata in Italia e di ricordare invece a chi li ha visti cos’erano i Genesis.


Sono due ore piacevoli per i fan ma resta forte l’interrogativo di fondo del perché di tutto questo. Il ruolo delle tribute band è sempre discutibile e discusso. La ragione di fondo è il sentirsi nella “confort zone” di una musica conosciuta, amata ma “copiata”, una bella copia ma l’originale resta inarrivabile. In questa occasione si godono le canzoni, si ascolta, si canta ma manca di fondo quell’emozione che solo i “veri” Genesis riuscivano a dare e riescono a dare ancora oggi anche solo riascoltando le loro registrazioni. In più con le orecchie piene dell’impareggiabile live “Seconds Out” (senza Gabriel ma con una band al massimo della forma, forse anche più libera) il lavoro dei The Musical Box perde di forza emotiva, di impatto. Parafrasando gli amici Jethro Tull (che così titolarono un’antologia) é proprio un “living in the past”.

L’operazione dei The Musical Box (come quella di tante tribute band) tende alla perfezione filologia, alla riproposizione pedissequa di modelli e suoni, di un mondo musicale senza tuttavia farlo proprio e questo rigore viene restituito alla platea. Tutto è preciso, ordinato, clonato e quindi privo di calore e di quel guizzo creativo che invece presenta, anche solo dal punto di vista emotivo la versione primigenia.

Bravi, stupefacenti ma non originali e “caldi”.

Scaletta concerto

Parte 1

Unquiet Slumbers for the Sleepers...

...In That Quiet Earth

Robbery Assault and Battery / Mad Man Moon / All in a Mouse's Night (Instrumental Medley)

Blood on the Rooftops

Dance on a Volcano

Entangled

Los Endos

The Lamb Lies Down on Broadway

Fly on a Windshield

Broadway Melody of 1974

In the Cage

Back in N.Y.C.

Hairless Heart

Counting Out Time

The Carpet Crawlers

Parte 2

A Place to Call My Own

Time Table

Seven Stones

Can-Utility and the Coastliners

Looking for Someone

After the Ordeal

The Cinema Show

Aisle of Plenty

Encore:

The Musical Box

 
 
 

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