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VINICIO CAPOSSELA: Con i vecchi amici è un'altra musica (Recensione Concerto) #VinicioCapossela

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 3 ago 2017
  • Tempo di lettura: 3 min


VINICIO CAPOSSELA

Strike Tour

Monfortinjazz

Auditorium Horszowski

Monforte D'Alba

Voto 7,5

Di Giorgio Zito

Strike: questo il nome scelto per il mini tour estivo che vede Vinicio Capossela accompagnato dal chitarrista newyorkese Marc Robot e rappresenta la data di chiusura della 41^ edizione di Monfortinjazz, kermesse organizzata dall'Associazione Monforte Arte nello splendido auditorium Horszowski di questo piccolo paese, gioiello incastonato nel cuore delle Langhe.


Sul palco, oltre agli strumenti, i birilli del bowling, con cui più volte Vinicio giocherà durante il concerto. La band entra sulle note di Hotel California indossando classiche camicie da bowling, e Capossela con la apposita valigia da cui estrae la boccia. E si parte subito con una sorpresa: Vincenzo Costantino Cinaski, che più volte tornerà sul palco a leggere i suoi testi.

La scaletta si distacca completamente da quelle degli ultimi tour, stasera non ci sono dischi nuovi da promuovere, Capossela va quindi a pescare brani dal vecchio repertorio, alcuni non eseguiti da molto tempo, soprattutto andando a riprendere quelli nei quali all'epoca aveva lavorato con l'amico chitarrista newyorkese, collaborazione iniziata più di venti anni fa.


Ecco così spuntare dal cilindro una versione swing di “Scatafascio” con Vinicio al piano, una “Bodyguard” jazzata (ospite il giornalista torinese Renato Striglia amico di lunga data del cantautore, nella parte del body guard), una “Corvo Torvo” dal finale esplosivo e una bellissima versione di “Signora Luna” con Vinicio alla chitarra acustica. Toccanti le versioni di “Come Una Rosa” e “Contratto per Karelias” e travolgenti e scatenate, come sempre, “Maraja” e “Contrada Chiavicone”. Tutti i brani godono della bravura di Ribot, capace di impreziosirli sia con assoli potenti, sia con poche e discrete note.

Dopo una versione splendida e durissima di “Brucia Troia” ed una acustica “Billy Budd”, con Robot al banjo, arriva il momento dell'ultimo lavoro di Capossela, “Ombre e Polvere”, rappresentato da due brani, per vedere come il disco avrebbe potuto suonare con Ribot: “Il mulo e Il treno”, sempre più western, con Mirco Mariani, splendido batterista, ad accompagnare con il classico fischio.


Con Capossela alla fisarmonica per il classico “Il ballo di San Vito”, il concerto sarebbe finito, ma i musicisti restano sul palco e i bis partono subito con lo swing di “All'una E Trentacinque Circa”, brano che serve da presentazione della band Glauco Zuppiroli al contrabbasso e Mirco Mariani alla batteria), “La vita es un sueño” cantata da Ribot, e la bellissima versione italiana di “Cancion de las simples cosas”, dal canzoniere di Chavela Vargas. Capossela non si dimentica che giorno è oggi, quale triste ricorrenza, e cede la scena ancora a Ribot, che sta lavorando ad un disco di canzoni resistenziali, canzoni di cui, dice, oggi l'America ha bisogno, ed esegue una versione in inglese, chitarra e voce, di “Bella Ciao”. Vinicio, che assiste a lato del palco, torna in scena per chiudere con una versione dolcissima di “Ovunque Proteggi”.

Ora sarebbe davvero finito ma il pubblico ha ancora voglia di musica, e probabilmente anche Capossela, nonostante il caldo inconsueto per queste colline, ha ancora desiderio di cantare e torna per chiudere con la buonaugurale “Al Veglione”. Il caldo, e qualche problema tecnico che ha evidentemente infastidito i musicisti sul palco, non hanno tolto l'allegria e la gioia di Capossela di stare in scena per due ore abbondanti, con dei vecchi amici, per un serata quasi a ruota libera.



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